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Il Papa dice il suo FIAT a Dio

Fonte:
CulturaCattolica.it

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.”

Tutti avranno da dire tutto, ma in questa frase, e più ancora con questo gesto, il nostro Papa ha distrutto l’idolo del relativismo dominante.

Sono pervenuto alla certezza.
L’uomo, nella intelligenza della fede, è in grado di conoscere con certezza la volontà di Dio.
La Verità.
Non semplicemente la verità in modo astratto, ma la Verità che come tale è inesauribile ma si rende strada certa del cammino umano di tutti e di ciascuno.
Dio, null’altro, chiede questo gesto a Benedetto XVI.
Dio manifesta la Sua volontà.
Dio, solo Dio.

Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio.
La coscienza è lo strumento che mi costringe ad uscire da me per cercare, riconoscere ed aderire alla Verità. La coscienza apre all’altro, non chiude in se stessi.
La coscienza è il segno indelebile in noi della comunione di cui è fatta la natura umana.
Se la coscienza viene ridotta al proprio pensiero, al proprio parere, al proprio gusto non è possibile alcuna certezza, nessuna scelta “per sempre”, nessuna fedeltà e quindi nessun sacrificio.
E così, inesorabilmente, l’obbedienza alla volontà di Dio del nostro Papa, sarà scambiata per un gesto dalle mille motivazioni (anche le più infami), tutte tese a non voler accettare la testimonianza che questo “si” grida a tutti.
Cioè: Dio è incontrabile e seguibile, con certezza.
Carne nella nostra carne.

Anche in questo gesto, come in molti altri, il nostro Papa rischia il martirio.

Oggi, nella memoria della Beata Vergine di Lourdes, il nostro Papa compie la sua obbedienza.
Nel dolore, anche nostro, che lo amiamo.
Nella certezza che questo sacrificio permetterà a Dio grandi miracoli per la Sua Chiesa.
Grazie Papa Benedetto.

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