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“Le mutilazioni genitali intellettuali” (sic)

Fonte:
CulturaCattolica.it
«… anche se siamo naturalmente contro l’eugenetica nazista, bisogna pure che gli accidenti della nascita facciano spazio alla certezza della fabbricazione: un bimbo privo di tare, senza macchia, che grazie all’utero elettronico non abbia prodotto smagliature né causato alcuna sofferenza alla mamma (la quale ha potuto persino far compere durante la sua espulsione), perfettamente adatto al mercato del lavoro, così meravigliosamente alla moda di oggi che il solo rischio che corre è di essere fuori moda l’anno venturo»
(Fabrice Hadjadj, Mistica della carne. La profondità dei sessi)

“La necessità ha già spinto altre specie a riprodursi senza accoppiarsi. Ora tocca a noi”.
Scriveva così, qualche tempo fa, Mara Accettura su D-La Repubblica delle donne. Avevo trovato questo articolo: “Faremo figli senza sesso?”, l’avevo letto distrattamente e poi messo da parte. Di che “necessità” vuoi che si parli, mi son detta. Saranno le solite sparate eugeneticofantascientifiche sugli uteri artificiali, la clonazione, lo sperma e gli ovuli (sani, mi raccomando!) generati dalle staminali del midollo osseo… Roba per alieni asessuati, materiale da film horror(issimo).
Ora leggo Barbara Befani su MicroMega e faccio uno più uno. Ecco il titolo, ingarbugliato come piace alla meglio intelligenza de noantri: “Le mutilazioni genitali intellettuali” (… certo che proprio se le vanno a cercare, questi: poi uno si lamenta se l’apostrofano come “testa di c…” o una si infervora se le dicono che ragiona con l’utero… Valli a capire, i dotti discepoli indottrinati da Flores d’Arcais!…)
Bene. Lasciando che i lettori si sbizzarriscano in merito all’anatomia-secondo-MicroMega, andiamo al dunque. “Rimango sempre basita – scrive la Befani – di fronte alla volontà delle donne di ignorare la fecondazione assistita. Se proprio ci tenete tanto ad avere figli, sappiate che con le moderne tecnologie non serve un uomo per averli”. Appunto. E ancora: “… Se magari ci avessi pensato prima saresti stata più felice e professionalmente produttiva”, dice la giornalista ad un’amica.
Soluzione per emanciparsi dalla necessità di avere un partner maschio? Facile. “La tirannia dell’utero è finita”. E’ questo che dice, in sostanza, la genetista Aarathi Prasad, nel libro Like a Virgin: How Science is Redesigning the Rules of Sex, intervistata dalla giornalista di D. “Come una vergine certo – scrive la Accettura – perché un genitore del futuro potrà benissimo riprodursi, come e quando gli pare, senza contatto sessuale”. Una bella occasione (!) per “esplorare uno dei pilastri del pensiero occidentale: la nostra capacità di autodeterminazione”. Gli esperimenti che si stanno alacremente conducendo su ovuli, sperma, uteri elettronici, a detta della genetista inglese sarebbero dunque importanti contributi all’“eguaglianza per le donne che, a differenza degli uomini, ora sono costrette a scegliere tra istruzione, carriera e famiglia”.
Il pezzo della Befani collima perfettamente: “Non sia mai che le donne, acquistando autostima e lottando contro i privilegi salariali maschili sul mercato del lavoro, diventino cittadine a tutti gli effetti”.
Chiarissimo. Alla faccia dei diritti degli adulti e dei bambini, oggi non conta essere “persone”, ma essere “cittadini”, segno che dalla storia e dalle sue storture non abbiamo imparato niente, ma proprio niente di niente. (Do you know, Cittadina Befani, il peggio del peggio della rivoluzione francese? E’ questo che vogliamo? E’ questa l’égalité e la liberté che andiam cercando? Questa la meta?)
Ma ecco un’altra domanda interessante della Accettura alla sua intervistata: “Se faremo bambini senza sesso, cosa sarà un genitore? Un concetto biologico, genetico o culturale?” Risposta: “Può essere tutte queste cose e infatti la legge in molti paesi è ancora indietro rispetto a quello che succede. In America c’è il caso di questa donna che ha avuto gli ovuli da un’altra donna, lo sperma dal marito e poi ha impiantato gli embrioni in due donne diverse. Questi gemelli quanti genitori avranno? Quattro madri e un padre?”
Credo che quanto scritto (e anche le ipotesi future) si commentino da sé, come l’assenza assoluta di qualsiasi preoccupazione per il bene dei bambini, di cui in nome dell’“autodeterminazione delle donne” come al solito non si occupa nessuno. La posizione delle tre donne qui nominate è chiara. Ma per favore: non si dica che è una “conquista” regredire ai… draghi di Komodo, che possono riprodursi da sé! E’ una Macro-fandonia partorita da Micro-intelletti… mutilati.
Mi fermo qui. Solo per decenza non entro nel merito dell’anatomia-secondo-loro.

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