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"Elezioni" in Cina: poca trasparenza, molte domande

Fonte:
CulturaCattolica.it

Molto spazio si è dato sui media alle elezioni americane, e tutti conoscono oggi Obama e addirittura il suo sfidante Romney, e tutti sanno chi ha vinto e chi ha perso. Nei giorni immediatamente successivi si è svolto il cambio (non l'elezione come invece per gli USA) del presidente del PCC e della Cina. Lo spazio dedicato alla Cina sui media è stato nettamente inferiore rispetto a quello dato agli USA, nessun giornale ha fatto titoli di 9 colonne, nessun tg ha aperto con il servizio dalla Cina, pochissimi sanno chi era il precedente presidente della Cina Hu Jintao, e pochissimi sanno chi è il nuovo Xi Jinping. Certo le informazioni sono minori, ma è un paradosso che da anni tutti ci dicano che il futuro Stato dominante sarà la Cina, che la Cina è la seconda potenza economica del mondo, e nessuno dia invece molte informazioni sulla politica cinese. Solo chi è interessato legge i servizi nelle pagine estere o su siti attenti a questo Stato; tutti sappiamo dell'Ohio e della Florida, dei Repubblicani e dei Democratici ma nessuno sa del Guandong o della "cricca di Shanghai". Forse anche i media occidentali sono poco interessati a farcelo sapere, ma forse per spingere la democrazia in Cina sarebbe meglio saperlo. Anche ai tempi dell'URSS poco si sapeva su come erano nominati i capi dello stato Sovietico ma la spinta interna ed estera spinse alla Glasnost cioè alla trasparenza e tutto cambiò. Dovremmo volerlo anche per la Cina, perchè i problemi e le ingiustizie e la mancanza di libertà e di democrazia in Cina meritano una soluzione, che certo avrà bisogno di molto tempo ma che certamente anche la conoscenza e coscienza internazionale possono spingere.
Venendo invece al nuovo presidente e ai nuovi eletti del comitato centrale permanente del PCC, si sa che appartengono ai cosiddetti principini cioè sono membri di famiglie già potenti nel PCC o che godono di appoggi da parte di leader passati del PCC. Se il congresso del PCC si è aperto con Hu Jintao che ha detto che in Cina non ci sarà la democrazia come in Occidente, Xi Jinping l'ha chiuso parlando di una Cina forte.
In verità la grande crescita cinese sta rallentando, anche perchè è legata all'economia occidentale e americana, e quindi se rallenta l'Occidente anche la Cina ne soffre, quindi la Cina che già investe nel debito USA (e questo dovrebbe preoccupare visto che il neoeletto Obama ha aumentato del 50% il debito USA) sarà interessata a comprarne di più. Certo c'è da risolvere a livello internazionale il problema del cambio della moneta cinese ora troppo debole, ma per la Cina esistono anche gravi problemi interni dovuti alla mancanza di democrazia, allo sfruttamento degli operai che da alcuni anni hanno incominciato a chiedere rivendicazioni salariali e miglioramenti delle condizioni di lavoro; la corruzione mina tutto il sistema economico e politico, la violenza sui più poveri con espropri terrieri è all’ordine del giorno e scatena sempre più rivolte sociali nelle campagne, la problematica legge sul figlio unico esaspera una situazione in cui i diritti umani fondamentali non sono garantiti e sta producendo uno squilibrio demografico drammatico, l'inquinamento (ben diverso dal global warming) è commisurato ad una crescita industriale che non si è posta alcuna regola. Certo negli ultimi anni la ricchezza in Cina è cresciuta e probabilmente soprattutto nelle città si è creata una classe media che all’interno delle regole un po' rigide imposte dal PCC vive meglio, e anche i ricchi sono aumentati di molto, come pure la disuguaglianza sociale, anche se il livello medio probabilmente è aumentato. Rimane anche il problema della libertà di religione e ce lo ricordano i vescovi nominati dal PCC e le restrizioni ai vescovi cattolici; anche in questo la classe media probabilmente aumenterà la richiesta di libertà di religione, e se fosse appoggiata dalle visite internazionali questa necessità religiosa potrebbe migliorare la Cina.
L'"elezione" di Xi Jinping non ha avuto la suspense di quella americana, si sapeva già prima che sarebbe stato lui il nuovo presidente; Xi Jinping assume subito anche il ruolo di capo dell'esercito e questa è una novità rispetto al passato, promette cambiamenti e un avvicinamento alle esigenze della vita del popolo. Speriamo che la nuova generazione di leader cinesi sia aperta ai cambiamenti e ai rapporti con l'Occidente e speriamo che l'Occidente si interessi di più della Cina e non solo per gli scambi economici.

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