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Un percorso scolastico per guardare tutta la realtà...

Autore:
Bighin, Piergiorgio
Fonte:
CulturaCattolica.it
Ascendere con fra Nicola fino ad Alex e Gloria.

Finalmente Marco, Giordano, Stefania ed io, professori in due Istituti tecnici di Chioggia siamo lì ai Frari in attesa di conoscere fra Nicola sentito solo per telefono su indicazione di un’amica insegnante presentataci da Antonella, preside dei nostri Istituti (è la catena educativa: c’è sempre qualcuno che ha detto a qualcun altro che c’è qualcuno da guardare ...)
Siamo con due classi di ragazzi e ragazze feriti dalla scomparsa di Alex e Gloria, compagni di scuola, morti in un incidente sul finire delle vacanze.
Siamo venuti per guardare e farci guardare dagli occhi dell’Assunta, l’advocata nostra. Fra Nicola ci accoglie nella piazza, ci fa guardare la facciata gotica, ci fa entrare e ci conta le colonne del tempio, 12 come gli apostoli, i mattoni della basilica, infiniti come noi pellegrini che passiamo. Le chiavi di volta altissime dove i volti dei santi ci conducono fin verso l’altare sono la traccia di una storia antica che ci precede e ci conduce: quanti uomini han dato il loro contributo, ben sapendo che non avrebbero visto la fine del tempio...
Contempliamo il quadro del Tiziano dagli antichi stalli: fra Nicola ci fa sedere come fossimo suoi confratelli, ci fa sentire la profondità dei versetti del coro che recita ad arte per farci capire come si pregava in quel luogo. Da quegli stalli guardiamo meglio questa Donna, “una di noi” - insiste fra Nicola - “una che aveva avuto un figlio in quel modo misterioso e inaccettabile, una che lo aveva accompagnato alla morte fin sotto la croce, ma ci pensate!?”. Pian piano ci fa immedesimare nella scena, ci porta tra gli apostoli stupiti e timorosi che hanno “braccia da pescatori pellestrinotti” e la vedono “ascendere con uno scatto di tango” (fra Nicola osa famigliarità ironica con la flessuosità del corpo della Vergine). Ma lo capiamo, lo capiscono i ragazzi che guardano curiosi e sono conquistati da questo uomo innamorato, che vuol farci innamorare di Maria. Oramai fra Nicola incalza, capisce che seppur faticosamente gli stiamo a ruota e allora si inerpica su su fino al trono dell’Altissimo, a quello sguardo che incrocia quello della Madonna, nel cielo dei cieli (e capiamo meglio quanto letto in viaggio con le parole di Dante “che il suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura”)
Ma c’è dell’altro ancora nella cappella laterale: la Madonna del Bellini balza fuori dalla nicchia e Fabio, mio studente esperto di tecnologie informatiche, grida all’effetto tridimensionale.
Fra Nicola toglie l’allarme all’altare tirandoci la volata fino al traguardo: ora possiamo avvicinarci, niente piú impedisce che arriviamo lì sotto lo sguardo di Maria e possiamo portare al Suo trono tutte le nostre domande fin quasi al Suo grembo come bambini.
Ma l’ascesa continua: fra Nicola ci porta in un luogo appartato tutto nostro e ci incalza ora con le parole di un libro che ha trovato per noi e ci regalerà. Ci dice che non ne salteremo fuori se ci domandiamo il perché, ma se ci domandiamo che senso ha la vita dei nostri amici Alex e Gloria e la nostra; quanto la loro vicenda sta toccando me, le mie scelte, la mia vita e ... la mia morte. Perché il pensiero della morte personale è lo scatto di una autocoscienza che può aiutare i nostri giorni, quelli che ci saranno dati.
Poi ci annuncia una sorpresa: sono le soffitte dove solo pochi possono avere accesso. Saliamo sopra la basilica, nel ventre oscuro dove finiscono le volte e cominciano le coperture delle travi, dove una chiesa somiglia di piú a una nave che fluttua nei cieli. Da qualche finestrella la luce azzurro-vetro di Venezia ferisce i nostri occhi. Ma c’è da salire ancora l’insolito campanile senza scalini che ci porta alla parusia possibile quaggiù.
Venezia è piccola dall’alto: le altane, gli abbaini, le terrazze e le cupole, la lingua d’oro del Canal Grande, tutto la fa sembrare una Gerusalemme Celeste e qui, più vicini ad Alex e Gloria, possiamo osare la nostra Ave Maria e i ragazzi ne ricordano bene le parole...
Mangiamo anche al sacco nel cortile dei Frari e i ragazzi non hanno più fretta di uscire dal territorio della chiesa, come si sentissero protetti...
A ciascuno è donata una cartolina dell’Assunta e per le classi due manifesti.
Il giorno dopo, in quinta A, sul banco di Alex sopra la foto attaccata ad una pianta sempre verde, compare, dentro una cornice azzurro manto della Madonna, l’Assunta...
Quando lungo il nostro ultimo anno di scuola superiore cercheremo il volto di Alex, se saliremo appena un poco, troveremo gli occhi materni di Maria già fissati in quelli del Padre, che ci ricordano il senso della nostra salita.

Buon anno ragazzi!
Vostro prof. Piergiorgio

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