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Non più padri, ma "donatori di seme"

Fonte:
CulturaCattolica.it
La catastrofe dei valori comuni: ennesimo episodio

Qualche settimana fa il giornale La Repubblica titolava un articolo con “2000 bambini in provetta nati grazie alla Corte Costituzionale. I principali paletti sono stati abbattuti. La prossima frontiera riguarda l’eterologa”. Le notizie di cronaca degli ultimi giorni, il tragico incidente alla clinica San Filippo Neri di Roma che ha portato alla morte 94 embrioni congelati, ci aiutano a ricordare che anche l’embrione è una vita umana da proteggere. Le sentenze giudiziarie hanno consentito un ritorno alla crioconservazione degli embrioni, che certo non ne tutela la vita né aumenta le possibilità di maggior successo delle tecniche ma anzi le diminuisce, introducendo invece solo una cultura di selezione eugenetica. Vogliamo ricordare che la legge 40 aveva fissato come suo obiettivo la regolamentazione della PMA a tutela anche della salute delle donne, ma anche la tutela del concepito come scritto chiaramente nell’art.1. Questo punto rimane ancora valido ed è su questo che bisogna centrare le riflessioni per giudicare cosa sta accadendo e le conseguenze dell’indebolimento della legge per via giudiziaria.

Anche l’enfasi con la quale si prospetta come prossimo obiettivo lo sdoganamento dell’eterologa dovrebbe confrontarsi con la realtà delle notizie che arrivano dai paesi nei quali essa è consentita. Oltre alle già conosciute storie di affitto di utero, utero in prestito, sfruttamento delle donne dei paesi più poveri a tal fine, contese sulla maternità dei bambini perchè i donatori rivendicano il diritto biologico, problematica legata al fatto che si decide che il bambino sarà orfano di un genitore biologico ecc., sono sempre più frequenti notizie di paternità plurime che sconcertano. Si parla di centinaia di bambini nati dallo stesso “donatore” e nella stessa area geografica negli USA, o della notizia che il biologo tedesco Bertold Wiesner, che negli anni Quaranta fondò a Londra una clinica per l'inseminazione artificiale, avesse agito anche da donatore di seme, diventando il padre naturale, si presume, di almeno 600 bambini.

Come non interrogarsi sulle conseguenze etiche e anche sanitarie di questi fatti? Come stupirsi poi se a fianco di questa notizia scopriamo negli stessi giorni che un signore in Olanda svolge una professione particolare: fa l’inseminatore naturale. E prestandosi per rapporti sessuali con donne single, lesbiche o che comunque non avevano ottenuto un figlio dal rapporto di coppia, ha dato alla vita 83 figli. Affianchiamo volutamente i due casi perché dal punto di vista etico non pensiamo ci siano differenze. Ed allora è utile interrogarsi se davvero vogliamo un mondo in cui ci siano inseminatori che poi non si assumano alcuna responsabilità sui figli, se vogliamo che il figlio diventi solo un desiderio da soddisfare per donne che non sono interessate poi ad avere un uomo (e così facendo creiamo un mondo di orfani di padre), se vogliamo che il diritto del bambino non debba essere considerato alla pari di quello dei genitori, se un bambino non vale solo come realizzazione di sé di un adulto o di una coppia ma in quanto nuova vita umana e quindi mai sacrificabile, mai considerato un prodotto di una tecnica, un oggetto da selezionare o un mio diritto, ma piuttosto una persona titolare di diritti come ognuno di noi.

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