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Salviamo Asia Bibi

Fonte:
CulturaCattolica.it

E' ancora urgente la nostra mobilitazione! Leggendo quanto scrivono AsiaNews e Repubblica (fonti diverse, ma coincidenti nella descrizione dei fatti) la assoluzione o la grazia per Asia Bibi sembra ancora tardare. Le notizie in sintesi sono già note.

[dal sito di Repubblica] «Asia Bibi è una povera contadina del Punjab, 37 anni, cinque figli, una vita di lavoro e fatica nei campi di un latifondista di Ittanwali, est del Pakistan. Oltre ad essere donna, contadina e pachistana, ovvero figlia di un Paese che ai problemi della povertà assomma quelli dell'integralismo islamico, Asia ha un'altra particolarità: è cristiana, seguace di una delle chiese protestanti portate nel sub-continente ai tempi del colonialismo inglese. A giugno lavorava sotto il sole con le sue compagne. Le chiesero dell'acqua, lei andò a prenderla a una fonte. Le sue amiche - musulmane - la rifiutarono: è acqua impura, toccata dalle mani di una infedele cristiana. Alle provocazioni la sventurata rispose, difendendosi e difendendo il suo credo. Quelle insistevano, le spiegavano che il cristianesimo è una religione inferiore e che lei stessa avrebbe dovuto convertirsi. Lei rispose ancora, difese il suo Cristo, paragonò il nazareno al profeta, disse qualcosa come "lui per noi si è fatto crocifiggere, ha gettato il suo sangue: cosa ha fatto Maometto per voi?".
Da quel momento la lite finì fuori controllo, le operaie musulmane la picchiarono, la rinchiusero in una cantina, chiamarono la polizia. Risultato: domenica sera, seguendo il dettato della legge pachistana che punisce la blasfemia, Asia è stata condannata a morte per impiccagione».
[dal sito di AsiaNews] «I radicali religiosi in Pakistan hanno messo in guardia il Presidente dal rischio di suscitare un’ondata di pubblico sdegno se concede la grazia alla donna condannata per blasfemia. Questo scontro mette in luce le relazioni difficili che il governo ha con la religione ufficiale, in un Paese dove pochi desiderano essere considerati teneri con i nemici dell’islam. Fondamentalisti religiosi sono scesi in strada a Lahore e a Karachi venerdì 26 novembre per mostrare la loro rabbia mentre il governo pakistano sta decidendo se concedere o meno la grazia a una donna cristiana condannata a morte per blasfemia. Molti musulmani pakistani si sentono offesi all’idea che la condanna a morte di Asia Bibi sia annullata.
Secondo alcune fonti, le manifestazioni erano organizzate da un’associazione vicina a Jamaat-ud-Dawa (JuD), un’organizzazione caritatevole proibita che è sospettata di legami terroristici dall’Onu. Il coordinatore capo del JuD, Qari Yaqub, ha detto ai dimostranti: “Faremo proteste a livello nazionale se il governo perdona quella donna cristiana”. Il capo del the Sunni Ittehad Council, Sahibzada Fazal Kareem, ha detto ad AsiaNews: “La grazia condurrebbe all’anarchia nel Paese. La nostra posizione è molto chiara, questa punizione non può essere cancellata”. Maulvi Faqir Muhammad, vice capo del Tehreek-e-Taliban Pakistan, ha messo in guardia il governo da serie conseguenze se concede la grazia alla donna, che è stata condannata l’8 novembre 2010 per blasfemia nei confronti del profeta Maometto. Faqir Muhammad parlava da un luogo segreto a un canale di notizie internazionali, e ha detto che i Talebani resisteranno a ogni tentativo di graziare Asia Bibi.»


Non è il momento di discutere, bisogna fare presto, fare bene, farci sentire. Ci sono situazioni in cui l’opinione pubblica può avere un gran peso; crediamo che questo sia un caso di quel genere. Noi del sito CulturaCattolica.it siamo vicini a questa donna cristiana per il suo coraggio, che a noi tante volte manca, e per la sua carità (così crudelmente ripagata), e chiediamo a tutti gli uomini «di buona volontà» di intervenire.

Noi aderiamo ai vari appelli, invitandovi a mandare la vostra mail ai seguenti indirizzi:
publicmail@president.gov.pk: al Presidente Pachistano
salviamoasiabibi@asianews.it: alla campagna di AsiaNews
e a noi, per conoscenza.

Saremo in questo modo in sintonia con quello che ha detto Gesù: «Qualunque cosa avrete fatto ai miei fratelli più piccoli, l’avete fatta a me». E ne saremo fieri.

P.S.: Chissà se questa iniziativa scuoterà il cuore di tanti, facendo cadere quei troppi steccati che impediscono di costruire quella «civiltà della verità e dell’amore» di cui tutti abbiamo bisogno!

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