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Il Papa a ruota libera con i giornalisti: dallo IOR alla lobby gay

Fonte:
CulturaCattolica.it

Peccato che per molti di loro non valga il reciproco. Ho letto le parole che Papa Francesco ha rivolto ai numerosi giornalisti alla fine del suo grande pellegrinaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. E mi è sembrato di cogliere nelle sue risposte la freschezza e la semplicità che caratterizzano il suo magistero. Non si è sottratto a nessuna domanda, e non è stato «politico» nella risposta. Come sempre, la verità è la cifra della sua presenza.
Allora non mi nascondo lo stupore (ma anche il disgusto) per il travisamento delle sue parole. Un discorso a 360°, capace di affrontare qualsiasi argomento, diventato, sotto la penna dei vari Gad Lerner e titolatori del Corriere la rinuncia equivoca al giudizio sulla questione dei gay.

«Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?» E' diventato: «Chi sono io per giudicare un gay?». E non ci vuole molta intelligenza per capire che quello che Papa Francesco ha detto non corrisponde, né nella lettera né nello spirito, a quanto gli hanno fatto dire, virgolettando il tutto.
Ognuno ha il diritto di pensare come vuole, risponderà alla sua coscienza e – se è credente – a Dio. Ma nessuno ha il diritto di cambiare la realtà e di propalare menzogne, assemblando parole alla rinfusa, per indurre il lettore ad accettare una diversa concezione della vita. Nella Bibbia si trova la frase «Dice lo stolto in cuor suo “Dio non c’è”» ma non si può dire che la bibbia dice «Dio non c’è» solo perché materialmente quelle parole vi si trovano.

Capisco ora perché già Benedetto XVI, in un recente messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali affermava: «Si costata, ad esempio, che su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per “creare” gli eventi stessi.» E altrove ricordava: «Più di qualcuno pensa che sia oggi necessaria, in questo ambito [delle comunicazioni sociali ndc], un’“info-etica” così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita.»

Torneremo su questo argomento, certo i segnali sono preoccupanti: e di fronte alle questioni legate alla libertà di pensiero e di espressione [vedi la discussa proposta di legge sulla omofobia] non possiamo «lasciar correre». Ne va della libertà!

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