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USA: attacco alla libertà di coscienza

Fonte:
CulturaCattolica.it

Negli Stati Uniti ha creato grande disappunto l’annuncio del segretario del Dipartimento della Salute che, applicando la legge di riforma del sistema sanitario varata dall’Amministrazione Obama lo scorso anno, obbliga qualsiasi organizzazione ad applicare per i dipendenti l’assicurazione sanitaria che copre una serie di servizi minimi obbligatori, tra i quali anche l’aborto, interventi chirurgici per la sterilizzazione e la prescrizione di tutti i contraccettivi presenti negli elenchi del Food and Drug Administration, compresi farmaci abortivi: il tutto inserito nel piano federale per la salute e da questo sostenuto economicamente.
Tornando alla norma specifica, l’unica circostanza in cui un’organizzazione religiosa può essere esentata dall’obbligo è il caso in cui impieghi solo dipendenti che aderiscono apertamente alla sua stessa fede, e abbia come unico scopo l’insegnamento di valori religiosi , ma le strutture religiose cattoliche sono aperte a tutti e non si limitano all’insegnamento della religione cattolica; offrono invece tutta una serie di servizi che vanno dall’istruzione all’assistenza ospedaliera e sanitaria.
Certamente bisognerebbe chiedersi che cosa lo Stato in generale dovrebbe economicamente sovvenzionare: la cura medica o queste pratiche abortive? Perché questo dà l'indice della sensibilità di una amministrazione su un aspetto fondamentale di come si voglia strutturare la società e l'assistenza sanitaria, e ben dice il cardinale designato e presidente della Conferenza Episcopale USA, monsignor Timothy Dolan, che ha commentato: “Forzare i cittadini americani a dover scegliere tra la violazione della propria coscienza e la rinuncia al servizio sanitario, è qualcosa di letteralmente eccessivo. È un attacco all’accesso al servizio sanitario, prima ancora che alla libertà religiosa. Storicamente rappresenta una sfida e una compromissione della nostra libertà di religione. Il governo non può forzare gli americani ad agire come se la gravidanza fosse una malattia da prevenire a tutti i costi”, ha aggiunto Dolan.
E’ in gioco la libertà di religione e la libertà di coscienza dei cattolici e di tutti gli americani. Un tema che sicuramente segnerà la prossima campagna elettorale per le Presidenziali. Bisogna ricordare che Obama in questo suo primo mandato ha ripreso a finanziare con fondi federali la sperimentazione sulle cellule staminali, e le Ong e le organizzazioni ONU che sostengono campagne di controllo delle nascite nel mondo. Per il mondo cattolico americano tutti questi segnali conteranno nella scelta del voto. Come non ricordare poi quello che sembra un endorsement tra i più potenti a favore di Obama, quello delle associazioni per il riconoscimento dei matrimoni omossessuali. Che il tema della vita sia al centro dei pensieri di molti americani, lo dimostra anche l’imponente annuale marcia per la vita svoltasi a Washington, in numero notevolmente superiore rispetto a quello degli indignados di Wall Street, anche se trascurato dai media. Ma certamente è la riforma sanitaria che ha segnato uno dei punti forti di questo mandato, dividendo tra l’altro il mondo cattolico ma non l’episcopato che fin dall’inizio aveva visto i segni di un’ingerenza nella libertà di coscienza e ostilità verso il tema della difesa della vita. Obama in questo modo ha certamente rappresentato un elemento di radicalizzazione delle diverse posizioni e dei diversi schieramenti e diviso l’America. Anche questa conterà.

Proprio pochi giorni fa il Papa ha richiamato la Chiesa americana e i cattolici americani all’impegno, a testimoniare la verità. Il Papa ha la percezione dei pericoli che da queste leggi derivano. Aveva detto: “Destano particolare preoccupazione certi tentativi in corso di limitare la libertà più cara agli Americani, la libertà religiosa”.
Il Papa ha ben chiaro il ruolo della religione e della Chiesa negli Stati Uniti. Già nel 2008 nel suo viaggio aveva ricordato come “Sin dagli albori della Repubblica, la ricerca di libertà dell'America è stata guidata dal convincimento che i principi che governano la vita politica e sociale sono intimamente collegati con un ordine morale, basato sulla signoria di Dio Creatore. Gli estensori dei documenti costitutivi di questa Nazione si basarono su tale convinzione, quando proclamarono la "verità evidente per se stessa" che tutti gli uomini sono creati eguali e dotati di inalienabili diritti, fondati sulla legge di natura e sul Dio di questa natura”. Ma anche in America il clima culturale ha messo in dubbio il consenso sulla natura della realtà e sul bene morale. Benedetto XVI ha detto ai Vescovi americani: «Oggi questo consenso è stato eroso significativamente per l’azione di potenti nuove correnti culturali che sono non solo direttamente opposte agli insegnamenti morali fondamentali della tradizione ebraico-cristiana ma sempre più ostili al cristianesimo in quanto tale».
La Chiesa deve allora impegnarsi contro queste correnti, e non solo per rimanere fedele a se stessa ma a salvaguardia della società e del bene comune: “la legittima separazione tra Chiesa e Stato non può essere interpretata come se la Chiesa dovesse tacere su certe questioni". Anche la Chiesa deve prendere consapevolezza di questi rischi e impegnarsi in una testimonianza pubblica e nella formazione dei laici: “«La testimonianza della Chiesa è per sua natura pubblica; essa cerca di convincere proponendo argomenti razionali nella piazza pubblica”. È necessario, secondo il Papa, che si manifesti «un laicato cattolico impegnato, colto e ben formato dotato di un forte senso critico rispetto alla cultura dominante e del coraggio di reagire a un secolarismo riduzionista che tenta di delegittimare la partecipazione della Chiesa al dibattito pubblico sui problemi che stanno determinando il futuro della società americana».

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