Associazione Cultura Cattolica

Artificiale e del tutto prevedibile?

Sulla vita non si vota



Ormai più di vent’anni fa nasceva la prima bambina fecondata in provetta. Da allora si stimano essere un milione i figli della provetta, nati grazie alle varie tecniche di fecondazione artificiale e alle varie combinazioni di donatori di sperma, ovulo, utero.
Un milione quelli nati, ma il numero degli embrioni concepiti in provetta va moltiplicato almeno per dieci; e la sorte di questi fratelli meno fortunati è la morte dopo il trasferimento in utero o il congelamento a tempo indeterminato oppure l’utilizzo a scopo di ricerca.
Qualcuno di questi è stato concepito e messo al mondo per salvare fratelli o sorelle mediante la donazione e il successivo trapianto di sue preziose cellule; qualcun altro è stato scartato perché non risultato idoneo allo scopo curativo con cui era stato concepito.
Sembra tutto ben programmato, studiato; sembra che tutto ciò che sia stato fatto fino ad adesso è stato un continuo progredire, un miglioramento, un perfezionamento delle tecniche usate, perché l’offerta possa soddisfare sempre al meglio la richiesta.
Chissà poi quanto la richiesta sia così chiara e così ben interpretata…
Tutto è programmato e non c’è posto per l’imprevisto, per ciò che non si può sapere, prevedere…
Eppure ogni tanto qualche dato nuovo si aggiunge arricchendo la categoria della “possibilità” anche in campo scientifico…
Sono da poco stati pubblicati due lavori su una tra le più prestigiose riviste mediche che indicano quali problemi possono portare con sé i bambini concepiti in provetta.
Nel primo studio viene dimostrato che i bambini nati mediante le tecniche di fertilizzazione in vitro hanno un rischio due volte maggiore rispetto ai bambini concepiti naturalmente, di avere difetti clinici nel primo anno di vita, in particolar modo di tipo muscoloscheletrico e cromosomico. Il secondo studio mostra come i bambini nati in provetta hanno un rischio aumentato di nascere sottopeso (<2500 gr e < 1500 gr) [N Engl J Med 2002; 346: 725-30 /731-7].
E’ recente anche la notizia che in Olanda un donatore di seme, che aveva permesso la nascita di diciotto bambini in provetta, ha scoperto di essere affetto da una malattia degenerativa gravissima, per la quale c’è il 50% delle possibilità che la prole generata possa svilupparla. Eppure questo al momento della scelta del seme non era stato previsto. Questo inconveniente è stato considerato solo come danno collaterale che è da mettere in conto inevitabilmente; in fondo sono solo diciotto i bambini che per ora vivono con il dramma di scoprire se prima o poi si ammaleranno di una malattia che gli è stata donata da un padre di cui non sanno neanche l’esistenza e che non ha a che fare nulla con loro, se non fosse che per il piccolo particolare di essere stato uno dei protagonisti del loro iniziale istante di vita.
Ma sicuramente anche questi danni collaterali non ostacoleranno i passi della ricerca.
Le domande arrestano il processo del progresso, i dubbi indicano oscurantismo…
Eppure ci sarà un motivo per cui l’uomo sia stato creato in un certo modo e per cui gli sia stato dato il dono e il compito della prosecuzione della specie usando certe regole...