Associazione Cultura Cattolica

Il calendario del 29 Gennaio

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CulturaCattolica.it
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Eventi

▪ 1856 - La regina Vittoria del regno Unito istituisce la Victoria Cross, la più alta onorificenza militare assegnata per il valore "di fronte al nemico" ai membri delle forze armate di alcune nazioni del Commonwealth e di alcuni territori dell'ex Impero britannico.

▪ 1884 - Inghilterra: pubblicato il primo fascicolo dell'opera che in seguito venne chiamata Oxford English Dictionary. La pubblicazione, redatta sotto la direzione del dottor James Murray, conta 352 pagine e racchiude tutte le parole inglesi conosciute da A ad Ant (formica)

▪ 1886 - Carl Benz brevetta la prima automobile a benzina funzionante

▪ 1891 - Liliuokalani viene proclamata regina delle Hawaii

▪ 1916 - Prima guerra mondiale: Parigi viene bombardata dagli zeppelin tedeschi per la prima volta

▪ 1922 - Si scioglie l'unione tra Costa Rica, Guatemala, Honduras ed El Salvador

▪ 1933 - Il presidente tedesco Paul von Hindenburg nomina Adolf Hitler cancelliere tedesco

▪ 1944

  1. - Varo della corazzata Missouri
  2. - Battaglia di Cisterna, nell'Italia centrale

▪ 1958 - Entra in vigore la Legge Merlin, che abolisce le case di tolleranza in Italia.

▪ 1964 - A Innsbruck (Austria) iniziano i IX Giochi olimpici invernali

▪ 1990 - Il processo all'ex capitano della Exxon Valdez, Joseph Hazelwood, inizia ad Anchorage (Alaska). Viene accusato di negligenza che provocò uno dei peggiori disastri ecologici della storia statunitense

▪ 1996
  1. - Il presidente francese Jacques Chirac annuncia la "fine definitiva" dei test nucleari francesi
  2. - Un incendio distrugge il Teatro La Fenice di Venezia

▪ 2001 - Migliaia di studenti in Indonesia invadono il Parlamento e richiedono che il presidente Abdurrahman Wahid si dimetta a causa delle accuse di coinvolgimento in episodi di corruzione

Anniversari

* 1430 - Andrej Rublëv in russo Андрей Рублёв[?] (1360 – Mosca, 29 gennaio 1430) è considerato il più grande pittore russo di icone.
Della vita di Rublëv si conosce pochissimo. Non è noto né dove né quando, esattamente, sia nato. Con ogni probabilità visse nel monastero della Trinità di San Sergio (Troice-Sergieva Lavra), il più importante monastero e centro spirituale della Chiesa ortodossa russa, al tempo di Nikon di Radonež, il primo successore (nel 1392) del fondatore del monastero, Sergio di Radonež.
Le prime notizie su Rublëv risalgono al 1405, quando decorò con icone e affreschi la cattedrale dell'Annunciazione del Cremlino di Mosca, lavorando insieme a Teofane il Greco e a Prochor di Gorodec. Il suo nome era in coda alla lista dei pittori, segno che allora era il minore sia per fama sia per età.
Altre cronache informano che nel 1408 lavorò presso la cattedrale dell'Assunzione di Vladimir e nel 1425-1427 presso la cattedrale della Trinità nel monastero di San Sergio. In seguito si spostò al monastero di Sant'Andronico a Mosca; qui dipinse il suo ultimo lavoro, gli affreschi della cattedrale del Salvatore, prima della morte, avvenuta il 29 gennaio 1430.
Canonizzato nel 1988 dalla Chiesa ortodossa russa, la sua ricorrenza è celebrata il 4 luglio.
L'opera
Il solo lavoro interamente e senza dubbio attribuito a Rublëv è l'Icona della Trinità, conservata presso la Galleria statale di Tret'jakov a Mosca, conosciuta anche come L'ospitalità di Abramo.
Nella sua arte si combinano due tradizioni: un alto ascetismo e l'armonia classica di derivazione bizantina. Le sue pitture trasmettono sempre una sensazione di pace e calma, tanto che dopo alcuni anni la sua arte arrivò ad essere percepita come l'ideale della pittura religiosa e dell'arte iconografica. Nel 1551, a Mosca, il Concilio dei Cento capitoli stabilì che l'iconografia di Rublëv era il modello per ogni pittura ecclesiastica.
Dal 1959 il monastero di Sant'Andronico di Mosca ospita un museo dedicato a Rublëv.

Filmografia
Nel 1966, il regista Andrej Tarkovskij realizzò il film Andrej Rublëv, vagamente ispirato alla vita del pittore.

* 1964 - Alan Ladd, all'anagrafe Alan Walbridge Ladd Jr, (Hot Springs, 3 settembre 1913 – Palm Springs, 29 gennaio 1964), è stato un attore statunitense.
Di bell'aspetto, dallo sguardo duro e allo stesso tempo angelico, interpretò sullo schermo il ruolo dell'eroe silenzioso e timido.
Figlio di Alan Sr., un esattore sempre in viaggio per lavoro, e di Ina Raleigh, un'immigrata inglese, il piccolo Alan rimase orfano di padre all'età di quattro anni e seguì quindi la madre nei suoi successivi spostamenti dalla città natia nell'Arizona, a Oklahoma City e, infine, in California.
Terminati gli studi, svolse diversi lavori fra cui il benzinaio, il venditore di hot dog e il bagnino. Si avvicinò anche al giornalismo, ma con poco successo, mentre ottenne qualche discreto risultato nello sport, dedicandosi ai tuffi dal trampolino. Nel 1931 si allenò seriamente per cercare di partecipare alle Olimpiadi dell'anno successivo, ma rinunciò a seguito di un infortunio. Provò a quel punto con la recitazione e, grazie al suo gradevole aspetto - capelli biondi, occhi azzurri e un viso dolce e misterioso - e a dispetto della sua bassa statura (1.68 cm), ottenne una scrittura come attore generico presso la casa cinematografica Paramount.
Nell'ottobre del 1936 sposò Marjorie Jane Harrold, dalla cui unione l'anno dopo nacque il figlio Alan Jr. (oggi produttore cinematografico affermato). Da principio interpretò qualche piccolo ruolo in film come L'isola delle anime perdute (1933), dove era una comparsa che impersonava uno degli esseri mutanti, e in Quarto potere (1940), nei panni di uno dei reporter che visitano Xanadu, residenza del protagonista Charles Foster Kane.
Con le sue successive interpretazioni, in particolare il ruolo del tormentato Jay Gatsby ne Il grande Gatsby (1949), Ladd si dimostrò una vera macchina da soldi per la Paramount, anche perché i film che lo videro protagonista, pur girati a basso costo, riscuotevano ottimi risultati al botteghino. La modesta qualità di alcuni di questi film, considerati in molti casi dai critici dei B-movie, impedì però ad Alan Ladd di evolversi professionalmente e di esprimere al massimo tutte le sue qualità; non riuscendo ad ambire a riconoscimenti di un certo livello nel mondo dello spettacolo, all'inizio degli anni cinquanta l'attore pareva destinato ad un mesto declino.
Shane
La svolta arrivò però improvvisa nel 1953 con il ruolo di Shane nel western Il cavaliere della valle solitaria (Shane) di George Stevens, il maggior successo della sua carriera. Il personaggio di Shane, magistralmente interpretato da Ladd, è entrato nella storia del cinema ed è da molti considerato il più grande eroe della cinematografia western. Giunto all'età di quarant'anni, Ladd poté godere di quel successo e di quel prestigio attesi per molto tempo. Da idolo delle donne degli anni '40, l'attore divenne idolo dei teenagers degli anni '50 (una foto di Ladd è affissa nell'armadietto del giovane Plato nel film Gioventù bruciata) e conobbe un nuovo trionfo anche sotto il profilo della critica.

* 1979 - Emilio Alessandrini (Penne, 30 agosto 1942 – Milano, 29 gennaio 1979) è stato un magistrato italiano, assassinato durante gli anni di piombo da un "commando" del gruppo terroristico Prima Linea.
Dal 1968 fu Sostituto Procuratore della Repubblica a Milano.
 Nel 1972, insieme ai colleghi Gerardo D'Ambrosio e Luigi Fiasconaro, condusse l'istruttoria sulla strage di Piazza Fontana che portò all'incriminazione di Franco Freda e Giovanni Ventura, appartenenti alla destra eversiva, ma anche al coinvolgimento nelle indagini di Guido Giannettini del SID (Servizio Informazioni Difesa), l'oramai disciolto Servizio Segreto Civile.
Successivamente si occupò con particolare determinazione del terrorismo di estrema sinistra, avviando, tra l'altro, una delle prime indagini sull'Autonomia Operaia milanese. Questo impegno contribuì a metterlo nel mirino di Prima Linea, l'organizzazione eversiva guidata da Roberto Sandalo e Marco Donat Cattin. Infatti, nel 1978, in un covo di Prima Linea a Milano, vennero trovate una scheda su di lui ed una sua foto.
Ma questo "avvertimento" a nulla servì poiché il 29 gennaio 1979, Alessandrini, mentre si stava recando al Palazzo di Giustizia di Milano, venne assassinato da un gruppo di fuoco di Prima Linea, di cui, fra gli altri, facevano parte Sergio Segio e Marco Donat Cattin.
Poco prima di morire si era occupato anche dello scandalo finanziario del Banco Ambrosiano e delle connessioni tra estremismo di sinistra e servizi segreti.
Nel trentennale dell'omicidio le Poste italiane hanno emesso un francobollo in sua memoria.
In suo onore il suo nome è stato dato all' IPSSCT di Abbiategrasso (Mi) e al Parco Alessandrini a Milano, mentre, a Pescara, gli è stata dedicata la piazza dove in passato sorgeva il Tribunale e a Penne, città natale, il Tribunale e il corso principale sono intestati a lui.

Bibliografia
Mario Calabresi, Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo. Mondadori, 2007
Vedi il servizio de "La Storia Siamo Noi" - RAI Educational intitolato: Un giovane magistrato ucciso dai terroristi. La sua vita, le sue inchieste.


* 1982 - Ugo Mursia (Carini, 8 novembre 1916 – Milano, 29 gennaio 1982) è stato un editore italiano, fondatore della Mursia.
Nato in Sicilia, il padre è un funzionario di polizia. Al termine della Prima Guerra Mondiale, la famiglia si trasferisce a Roma e successivamente a Padova, a seguito della promozione a questore del capofamiglia. Nell'Università cittadina Mursia si laurea in giurisprudenza e successivamente in scienze politiche.
Giornalista pubblicista, inizia la sua carriera nel 1941, collaborando come critico ad alcuni settimanali locali. Durante la Resistenza italiana partecipa come partigiano nelle file di Giustizia e Libertà.
Durante il primo dopoguerra, Mursia intraprende la carriera di piccolo editore a Padova, per poi trasferirsi a Milano, dove acquista nel 1951 la "Alberto Corticelli editore", specializzata in letteratura per l'infanzia. Nel 1955 da vita alla "Ugo Mursia editore".

* 1987 - Carlo Cassola (Roma, 17 marzo 1917 – Montecarlo, 29 gennaio 1987) è stato un importante scrittore e saggista italiano.
Dal suo romanzo La ragazza di Bube (1960), che ricevette il Premio Strega, fu realizzato nel 1963, da Luigi Comencini, il film omonimo e, sempre nel 1963, dal racconto "La visita", il film diretto da Antonio Pietrangeli.
Di madre toscana di Volterra e padre lombardo, ma trapiantato da molto tempo in Toscana, era nipote di un patriota che partecipò alle dieci giornate di Brescia e poi fu esule in Svizzera per sfuggire alle numerose condanne; al termine del Risorgimento fu un magistrato. Il padre di Cassola era invece un militante socialista e redattore dell'"Avanti" al tempo della redazione di Leonida Bissolati. A Roma, Cassola trascorse l'adolescenza e la giovinezza, limitandosi a brevi spostamenti a Cecina nei periodi di villeggiatura.
L'educazione scolastica del futuro scrittore fu regolare, anche se l'esperienza della scuola verrà in seguito considerata un fallimento, tanto da fargli scrivere, nel 1969, "Scuola di criminalità, ecco cos'è la scuola oggi, non solo da noi ma dappertutto. E la colpa risale alla cultura laica o religiosa che sia. A questa grande spacciatrice di droghe; a questo autentico oppio del popolo".
Egli frequenterà il Ginnasio-Liceo "Tasso" e in seguito l'"Umberto I", ma di quegli anni ricorda che leggeva solamente Pascoli e che dai classici e dal modo in cui gli venivano insegnati ebbe solamente "disgusto". Per scoprire il piacere della letteratura e sentirla come una cosa viva dovrà scoprire gli scrittori contemporanei da solo o con l'aiuto di qualche amico che frequenta quando, nel 1932, l'anno in cui muore Dino Campana, egli si iscrive alla prima liceo e si avvicina al gruppo dei novisti. È quello l'anno in cui Riccardo Bacchelli pubblica Oggi, domani e mai, Antonio Baldini Amici miei e Leonida Repaci I fratelli Rupe, libri che il giovane Cassola riesce a procurarsi.

Il gruppo dei novissimi
Cassola negli anni del liceo frequenterà i figli di Mussolini (era compagno di classe di Vittorio), Ruggero Zangrandi e Mario Alicata e collaborerà ad una rivista studentesca, "La penna dei ragazzi", fondata proprio da Vittorio. La rivista che prese nel 1934 il nome di "Anno XII" per segnare l'età fascista terminerà con "Anno XIII" quando ormai i suoi promotori avevano finito il Liceo. Fu proprio nel numero del 10 gennaio 1935 di "Anno XIII" che Cassola ebbe il primo riconoscimento come scrittore, o meglio come poeta.
Nel 1935, mentre nel paese stavano maturando grandi avvenimenti che porteranno al conflitto etiopico, Cassola si iscriverà alla Facoltà di Legge dell'Università di Roma dimostrando scarso entusiasmo per la guerra.
Nel frattempo, all'interno del gruppo che si era formato, quello dei novissimi, ci furono dei dissidi e nel 1936 lo scrittore, insieme al suo più intimo amico, Manlio Cancogni, si allontanerà definitivamente da loro.

I primi racconti
Nel 1937 Cassola scrive i suoi primi racconti, che verranno in seguito raccolti in volume, e uno di questi, Paura e tristezza, uscirà nell'agosto su "Il Meridiano di Roma". In quello stesso anno egli presta servizio militare prima alla Scuola Allievi Ufficiali di Spoleto e poi a Bressanone. Congedato, si laurea nel 1939 discutendo una tesi in Diritto civile, una scienza che non gli era mai piaciuta e che non lascerà nessun segno nella sua personalità culturale.
Sempre nel 1939 Cassola inizia a frequentare un gruppo di intellettuali che gravitavano su Firenze tra i quali Romano Bilenchi, Franco Fortini, Franco Calamandrei, Ferruccio Ulivi, Paolo Cavallina, allora direttore della rivista "Rivoluzione", e grazie a questi contatti riesce a pubblicare altri tre racconti, La visita, Il soldato, Il cacciatore su la rivista "Letteratura" che furono segnalati da Giansiro Ferrata su "Corrente".
Da quel momento, Cassola inizia a collaborare alle riviste "Corrente", "Frontespizio (rivista)", "Letteratura" e presto riceve l'invito di Alessandro Bonsanti di fargli pervenire tutti i racconti che scriveva. I racconti inviati verranno poi raccolti e costituiranno nel 1942 il volumetto La visita, nelle edizioni di "Letteratura".

La guerra e la resistenza
Nel 1940 lo scrittore si sposa e nel 1941 viene richiamato dopo l'intervento dell'Italia in guerra. Nel 1942 partecipa ad un concorso per la Cattedra di Storia, Filosofia e Pedagogia nei licei classici e scientifici e negli istituti magistrali e inizia la sua attività di insegnamento prima a Foligno e poi a Volterra.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, Cassola inizia a prender contatti con i gruppi comunisti più attivi nel volterrano e insieme a loro partecipa alla resistenza e di questa esperienza abbiamo testimonianza nel libro a carattere autobiografico, Fausto e Anna.
Dopo la Resistenza
Dopo la Liberazione, avvenuta in Toscana nel 1944, lo scrittore si iscrive al Partito d'Azione nel quale rimane fino al suo scioglimento nel 1946. Dal 1942 al 1946 la produzione scritta di Cassola si interrompe ma nel 1946 egli riprende a scrivere e nello stesso anno pubblicherà in quattro puntate su "Il Mondo", rivista quindicinale diretta da Bonsanti e Montale uscita a Firenze dopo la Liberazione, il racconto Baba, che contiene ormai pieni caratteri resistenziali.
Da 1945 al 1949 Cassola fa parte della redazione de "La Nazione del Popolo", rivista del Comitato Toscano di Liberazione, e collabora attivamente al "Giornale del Mattino" e a "L'Italia Socialista".

Una svolta nella produzione letteraria
Il 1949 è per lo scrittore un anno di forte crisi umana e letteraria. Muore la moglie e Cassola mette in discussione la poetica esistenziale sulla quale aveva basato, fino a quel momento, il suo lavoro di scrittore. Nasce, dal suo dolore e dai suoi ripensamenti letterari, un nuovo modo di scrivere che sfocerà in uno tra i suoi testi più validi Il taglio del bosco.
Il testo incontra però difficoltà per trovare un editore, fu infatti rifiutato da "Botteghe Oscure", da Einaudi e uscì solamente nel 1950 su "Paragone" e in volume nel 1954 presso Fabbri. Anche Fausto e Anna non ebbe subito un esito positivo, esso fu rifiutato sia da Mondadori, sia da Bompiani e alla fine, ma dopo molte esitazioni, venne pubblicato da una collana sperimentale dei "Gettoni" diretta da Vittorini e diede occasione ad una polemica sulla rivista Rinascita, dove, in una recensione, veniva dato un giudizio severo al racconto riguardo allo stile e lanciata un'accusa dal punto di vista ideologico e politico.
All'accusa, Cassola rispose con una Lettera al Direttore di "Rinascita" respingendo il giudizio diffamatorio. Intervenne nella polemica Palmiro Togliatti, allora direttore della rivista, spostando la questione su di un piano generale e chiudendo pertanto la polemica.
Nel periodo che va dal 1953 al 1957 la narrativa è ormai il centro della carriera di scrittore di Cassola che, desideroso di essere libero da ogni norma precostituita, si appoggia ad una poetica che nasce dall'esperienza, sempre in lui molto viva, dell'antifascismo.
Gli anni più fecondi
Cassola, che ormai dal 1948 si era trasferito a Grosseto e che nel frattempo si era risposato e aveva avuto una figlia, conosce Luciano Bianciardi che faceva il bibliotecario nella Biblioteca Comunale di Grosseto e dalla sua amicizia e dalla sua collaborazione nasce uno studio sui minatori della Maremma pubblicato nel 1954 da "Nuovi Argomenti" e in seguito ampliato da Cassola (Bianciardi nel frattempo si era trasferito a Milano) e pubblicato nel 1956 nei "Libri del tempo" di Laterza.
Negli anni che vanno dal 1950 al 1956 lo scrittore collabora al "Mondo" e al "Contemporaneo", esce Fausto e Anna (1952), scrive I vecchi compagni che esce da Einaudi nel 1953, appare sul "Ponte" La casa sul Lungotevere (1953), che prenderà poi il nome di Esiliati, inizia a scrivere La casa di via Valadier e Il soldato, esce da Nistri-Lischi a Pisa la seconda edizione del racconto Il taglio nel bosco (1955) che comprende anche una parte dei racconti de La visita, La moglie del mercante, Le amiche di Baba, esce sul "Ponte" Un matrimonio del dopoguerra e Il soldato, compie un viaggio in Cina, del quale lascerà testimonianza nel suo "Viaggio in Cina", Einaudi pubblica La casa di via Valadier che comprende anche Esiliati, Feltrinelli pubblica Viaggio in Cina, Laterza, I minatori della maremma.
Nel 1958 Cassola con Il soldato pubblicato da Feltrinelli vince il Premio Salento, esce la seconda edizione riveduta di Fausto e Anna e nel 1959 Il taglio del bosco che comprende tutti i racconti lunghi e i romanzi brevi. Il 1960, l'uscita del romanzo La ragazza di Bube che ebbe molto successo e si aggiudicò il Premio Strega, segna il punto più alto del successo dello scrittore.

La critica di Pasolini e delle nascenti avanguardie
Proprio in occasione della presentazione dei libri per il Premio Strega, Pier Paolo Pasolini che presentava quell'anno Italo Calvino, in un epigramma La morte del realismo (nel quale è evidente il continuo richiamo a Cassola), sosteneva il sopravvento dei "neopuristi", dei "socialisti bianchi", della "elezione stilistica" e denunciava la "restaurazione nello stile" e ricordava con nostalgia "l'impuro Realismo/ sigillato col sangue partigiano/ e la passione dei marxisti", rammentava il Realismo e la sua ideologia "nella luce della Resistenza", "Quando il fascismo era vinto,/ pareva vinto il Capitale". Pasolini sostiene che al momento tutti si sentivano in dovere di dare il loro colpo al Realismo, ma che il colpo peggiore era stato proprio dato da Cassola perché era loro sembrato che egli fosse dalla parte del Realismo.
L'epigramma di Pasolini è un anticipo della reazione antineorealista che verrà da Edoardo Sanguineti nel Convegno del Gruppo 63 a Palermo insieme alla critica di Giorgio Bassani che, in modo poco lusinghiero, parlava di "Liala '63" riferendosi a Cassola.
L'accusa colpiva un Cassola già mutato rispetto allo scrittore di Fausto e Anna e de La ragazza di Bube ed egli iniziò, già dal 1961 ad operare una revisione nella sua visione letteraria ripudiando completamente tutto il periodo dell'impegno legato alla resistenza e ritornando alla primitiva poetica.

Il ritorno alla vecchia poetica
La ripresa della vecchia poetica non può, comunque, non tener conto delle esperienze fatte negli anni Cinquanta. In questo modo nasce un Cassola arricchito, ne è testimonianza Un cuore arido del 1961, che conserva ma nello stesso tempo allarga la misura del romanzo con tutte le tecniche di sviluppo dei fatti e dell'intreccio.
Nel 1961 lo scrittore lascia l'insegnamento e, tranne la collaborazione con i Fogli di Diario del "Corriere della sera", egli si dedica solamente alla scrittura delle sue opere, dimostrando quello stesso disimpegno che aveva coinciso in gioventù con l'abbandono degli interessi politici.
Uscirà così nel 1964 Il cacciatore, nel 1968 Storia di Ada, che comprende La maestra e Tempi memorabili. Nel 1968 viene pubblicato Ferrovia locale, nel 1969
Una relazione con il quale Cassola vince il Premio Napoli, nel 1970 Paura e tristezza.
Nel 1971 lo scrittore è colpito da grave crisi cardiaca e si trasferisce a Marina di Castagneto dove, ripresosi, nella tranquillità del luogo continua la sua attività scrivendo e pubblicando molte altre opere, tra le quali Monte Mario nel 1973, Gisella e Fogli di Diario nel 1974, Troppo tardi nel 1975, L'antagonista, L'ultima frontiera e Il Gigante cieco nel 1976, La disavventura e L'uomo e il cane nel 1977. Nel 1978 esce da Rizzoli La lezione della storia e Un uomo solo e con L'uomo e il cane vince il premio Bagutta.
Dal 1978 fino al 1984 lo scrittore continua alacremente il suo lavoro e molte sono le pubblicazioni sia di romanzi che di saggi, questi ultimi legati a temi sociali come Letteratura e disarmo del 1978 e Contro le armi del 1980. Lo scrittore infatti negli ultimi anni si dedicò ad una intensa attività pacifista, ecologista, antimilitarista.