Associazione Cultura Cattolica

Avere una madre per essere figli

«Fac me cruce custodíri / morte Christi praemuníri, / confovéri grátia. / Quando corpus moriétur, / fac, ut ánimae donétur / paradísi glória. Amen. // Fa’ che io sia protetto dalla Croce, / che io sia fortificato dalla morte di Cristo, / consolato dalla grazia. / E quando il mio corpo morirà / fa’ che all'anima sia data / la gloria del Paradiso. Amen.»
(Stabat Mater)
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Io non lo so dov’erano le madri dei due ladroni, crocifissi accanto a Gesù. Il Vangelo non lo dice.
Ai piedi della croce, di tutte e tre le croci, c’era però Maria: Madre di Cristo e Madre nostra. Madre di tutti. Lei, sotto la croce di Suo Figlio, l’ha vista, quella scena d’amore. Ha sentito uscire, dalla bocca di Gesù, quelle parole buone, di misericordia: «Veramente oggi ti dico: sarai con me in Paradiso».
Penso a quelle madri; a noi madri, a me, oggi. Al dono della maternità.
Io non lo so dov’erano le madri dei due ladroni, crocifissi accanto a Gesù. Il Vangelo non lo dice.
Ovunque fossero – tra la folla o lontane – non c’è dolore più grande, per una madre, che sapere il figlio in pena. Anche se è un malfattore.
Carne della nostra carne, le loro sofferenze sono le nostre; e così le loro fatiche, la loro inquietudine, il loro dolore.
Non importa cosa dicono le teorie postmoderne sulla maternità. Il cuore lo sa: una madre mette al mondo i figli per l’eternità. Non perché abbiano un buon posto di lavoro, una posizione, una famiglia, soldi, successo. Per i nostri figli vogliamo il massimo: la felicità, quella vera. E che si salvino. Niente di meno. Desideriamo per loro più ancora che per noi, ne sono certa.
E allora sì, che ti fai spazio tra la folla, che cerchi di andare fin sotto le loro piccole e grandi croci quotidiane. Per essergli accanto. Perché sentano la tua presenza. Sempre.
«Stabat Mater». Stabile. Come rocce, le madri. Quelle che non mollano, che continuano a chiedere, per i figli, il meglio.
Li accudiscono quando sono neonati e bisognosi di tutto. Nelle intemperanze dell’adolescenza. Quando sono malati, nella carne o nello spirito.
E quando non ce la fanno… più… è a Lei che queste mamme, noi mamme, passiamo il testimone: a Maria, che è Madre di Cristo e Madre nostra. Madre di tutti.
Perché Lei, sotto la croce di Suo Figlio, l’ha vista, quella scena d’amore. Ha sentito uscire, dalla bocca di Gesù, quelle parole buone, di misericordia: «Veramente oggi ti dico: sarai con me in Paradiso».
Ecco perché confidiamo in Lei. Perché, salda come una roccia, ai piedi della croce continui incessantemente a chiedere che i nostri figli imperfetti possano incrociare lo sguardo di Dio fatto Uomo, e salvarsi. Fosse anche un secondo prima di chiudere gli occhi per sempre.