Associazione Cultura Cattolica

Unioni di fatto: quale fatto?

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Il secondo film di Garfield, simpatico gattone inglese, è molto più bello del primo.
Si immagina che un gatto erediti una stupenda villa inglese.
Naturalmente c’è chi si oppone, ma la storia finisce bene: la volontà del defunto è stata rispettata.
Perché questo è il fatto: la volontà comunque espressa attira a sé ogni diritto.
Non esistono più i fatti, ma la volontà.
La realtà dei fatti con l’inevitabile oggettività, la sequela di doveri e di diritti che si porta dietro, non esiste. Esiste ciò che voglio.
D’altra parte se l’uomo è essenzialmente un’isola, chiuso in se stesso individualisticamente, a che serve la realtà? La realtà è ciò che voglio. I fatti devono essere ciò che voglio.
Io voglio che sia riconosciuta la mia volontà di stare con qualcuno per quanto e come mi pare.
Con tutti i diritti e “senza oneri per lo stato”.
Mi immagino un pastore con 100 pecore (è bravo e ha recuperato anche quella perduta): vive con loro e per loro, loro riconoscono la sua voce e lo seguono. Ecco una unione di fatto.
Si obietterà che le pecore non hanno espresso un adeguato consenso.
Povero pastore. Siamo ancora troppo indietro per riconoscere i diritti degli animali, ma ci arriveremo presto, e così gli uomini potranno veder riconosciuta legalmente l’unione di fatto con ogni forma di vita… per l’eredità è già possibile, Garfield non ha inventato nulla.
Ma per gli uomini è più semplice: se dieci donne vorranno stare con un uomo solo, sarà possibile parlare di unione di fatto. E così via.
Basta con l’assurda idea di un uomo e una donna che si assumono doveri davanti alla società ed educano bambini a diventare grandi. I loro diritti, derivati dall’impegno - dovere - che si prendono per far crescere la società, li può avere chiunque voglia averli, e senza doveri.
Seghiamo pure la pianta su cui siamo e poi sperimenteremo il fatto, realissimo, del male che ci faremo.
Che strana la nostra società che si diverte a diventare individualità: in pochi giorni distruggiamo ciò che ci ha messo secoli a crescere, e ci ha fatto crescere.
Avanti all’indietro: viva il progresso che ci porta in un lampo all’età della pietra.