La stanza del figlio
Un brillante psicanalista entra in crisi dopo l’incidente occorso al figlio.- Regia:
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Dopo il passo falso di Aprile, Moretti aggiusta il tiro e realizza la sua opera più sofferta e riuscita. Abbandonando le nevrosi ed i narcisismi con cui aveva creato una vera e propria maschera cinematografica, il regista romano cambia totalmente registro e gira un film sul dolore e l’abbandono. La stanza del figlio è il grido straziante dell’uomo che non può accettare la morte perché la sente incomprensibile; che cerca di trovare una soluzione al dramma senza concessioni a facili nostalgie o sentimentalismi; che cerca di ripartire, inutilmente, solo con le proprie forze. Un film serio e maturo sulla dignità di un uomo di fronte ad un vuoto terribile che nessuno al mondo potrà mai riempire. Il dolore è "troppo" per l’uomo solo: smisurato, incommensurabile, infinito, misterioso: il dolore è fatto d’Altro. Bisogna dirlo a Moretti.