Vita e percezione della vita... 7 – Il vivente sospeso sopra l’abisso
Una delle caratteristiche della vita che maggiormente colpisce è questo percorrere costantemente la sottile linea di confine tra ordine e disordine, tra ordine rigido e anarchia. Se consideriamo un organismo vivente, la scena che appare ai nostri occhi è quella di «sito in costruzione», di provvisorietà, di cose non finite, persino di cose cominciate e non portate a termine.- Autore:
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Ovviamente vi sono due differenze fondamentali tra sistemi fisici come l’uragano oppure il sistema di Rayleigh-Bénard, e un organismo vivente. La prima è la differenza di materia: abbiamo già visto che la materia vivente è una materia specifica, la materia inerte ha capacità limitate di auto-organizzazione. La seconda è che mentre nei sistemi fisici non avviene nessun processo metabolico, negli organismi viventi avvengono processi metabolici per i quali gli elementi chimici vengono scomposti e integrati nella struttura dell’organismo (assimilazione).
L’equivalente «filosofico» della termodinamica lontano dall’equilibrio è il concetto di «preoccupazione per il proprio essere» (concern for their own being) che, secondo Hans Jonas, caratterizza gli organismi viventi in quanto tali, ma non si trova nei singoli elementi o processi che li costituiscono. «È talmente costitutiva per la vita la possibilità di non-essere che il suo stesso esistere è essenzialmente un essere sospeso sopra l’abisso […]: così l’essere è diventato una costante possibilità piuttosto che un determinato stato, da cogliere di volta in volta in opposizione al suo contrario sempre presente, il non-essere, che alla fine inevitabilmente lo ingoierà.» (11)
In effetti, una delle caratteristiche della vita che maggiormente colpisce è questo percorrere costantemente la sottile linea di confine tra ordine e disordine, tra ordine rigido e anarchia. Se consideriamo un organismo vivente, la scena che appare ai nostri occhi è quella di «sito in costruzione», di provvisorietà, di cose non finite, persino di cose cominciate e non portate a termine. Si respira l’ambiente di un cantiere piuttosto che quello di un museo.
Un’espressione di questa «preoccupazione per il proprio essere» è che negli organismi viventi solo parte dell’energia metabolica serve per la funzione dell’organo, un’altra parte non trascurabile serve per mantenere la struttura dell’organo, così che se questa energia viene a mancare, non solo cessa la funzione ma, simultaneamente, l’organo si corrompe. Si potrebbe dire che il prezzo della vita è che gli organismi viventi devono attivamente rinnovarsi per mantenere il proprio essere, la propria identità. Questo fatto è stato riconosciuto da Cornelio Fabro: «[È] ... una delle leggi fondamentali di ogni attività vitale e sensoriale ossia che il suo esercizio non va soltanto a vantaggio dell’organismo intero, ma dello stesso organo operante, per esempio la digestione, la respirazione [… ] tengono in vita e sviluppano lo stesso apparato digerente e respiratorio.» (12)
Polanyi introduce a questo proposito un principio interessante, ossia il principio di controllo duale (13) che può essere utilizzato per differenziare tra gli organismi viventi (e le macchine) e la materia inerte.
«Così la macchina nel suo insieme opera sotto il controllo di due principi distinti. Quello superiore è il principio del progetto della macchina e questo imbriglia quello inferiore, che consiste nei processi fisico-chimici su cui la macchina si basa. [...] In questa luce l’organismo sembra essere, come una macchina, un sistema che funziona secondo due principi differenti: la sua struttura serve come condizione al contorno che imbriglia i processi fisico-chimici mediante cui i suoi organi svolgono le loro funzioni. Così, può essere chiamato un sistema sotto controllo duale. La morfogenesi, il processo attraverso il quale si sviluppa la struttura degli esseri viventi, può essere quindi paragonato alla formazione di una macchina che agirà come confine per le leggi della natura inanimata.» (14)
«Controllo duale» indica un controllo da parte di un principio inferiore e contemporaneamente di un principio superiore. Secondo Polanyi, mentre la materia inanimata si trova sotto il controllo di un unico ordine di principi (le leggi della fisica e della chimica), le macchine e gli organismi viventi si trovano sotto il controllo di due differenti ordini di principi, un principio inferiore legato alle leggi della fisica e della chimica, ed un principio superiore non riducibile a queste leggi.
NOTE
11. «So constitutive for life is the possibility of not-being that its very being is essentially a hovering over this abyss, a skirting of its brink: thus being itself has become a constant possibility rather than a given state, ever anew to be laid hold of in opposition to its ever-present contrary, not-being, which will invevitably engulf it in the end.» H. Jonas, The Phenomenon of Life. Toward a Philosophical Biology, Introduction, Northwestern University Press, 2001
12. C. Fabro, L’Io e l’esistenza e altri brevi scritti, a cura di A. Acerbi, Edizioni Università della Santa Croce, Roma 2006, p. 79.
13. Vedi per esempio M. Polanyi, The structure of consciousness, in Brain, Vol. LXXXVIII, (1965), pp. 799-810.
14. M. Polanyi, La struttura irriducibile della vita, in Conoscere ed essere, Armando, Roma 1988, p. 266-267.