Storia della malattia e della cura 1 - Introduzione
Appunti per una storia della malattia e della cura.Intervento del Prof. Michele Riva, Docente Facoltà di Medicina, Milano.
Intervento fatto in due Licei delle Scienze Sociali di Milano e Provincia (testo non rivisto dall’autore)
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Nell’intervista a Francesco Botturi sulla sofferenza sono state proposte alcune distinzioni concettuali importanti: quella tra dolore/bisogno intesi come problemi risolvibili mediante un sapere tecnico e desiderio/sofferenza intesi come domanda, sempre aperta, di significato. In quell’intervista è stato anche fatto notare come la mentalità tecnologica contemporanea tenti di ridurre il desiderio a bisogno soddisfacibile e, per questo, finisca per essere impotente davanti alla sofferenza, arrivando addirittura a censurarla o a distruggerla. In questo excursus, necessariamente rapido, circa la storia della cura e della malattia, viene ripresa questa distinzione, essa viene collegata ad un’altra importante distinzione, quella tra valetudo (star bene fisicamente) e salus, per usare termini latini. La valetudo, intesa solo come salute fisica, è la riduzione della malattia a bisogno-problema da risolvere (con relativo mito del benessere fisico e della medicina come tecnica da usare), mentre la salus è l’idea che ciò che occorre recuperare è , se possibile, la salute, ma anche un senso all’esperienza della malattia proprio perché anima e corpo sono una sola cosa e perché l’uomo è mosso dal desiderio. Nell’excursus è sottolineato l’apporto del cristianesimo circa la affermazione del concetto di salus.
Ma sono anche accennati tutti i problemi che il nodo della malattia e del suo modo di viverla porta con sé nelle varie epoche e, poi, nella nostra società.
Come osserva giustamente J. Guitton, spesso le cose più quotidiane sono quelle su cui meno ci si interroga, e l’esperienza della malattia, anche la più banale, è proprio una di quelle che viviamo con poca consapevolezza, quanto più è quotidiana (solo un raffreddore), tanto più fa semplicemente parte di un problema che si è abituati a risolvere, ci sfugge così un significato più profondo.