“Particella di Dio? Non è corretto chiamarla così”
A proposito delle fantasiose illazioni sull'esperimento dell'LHC, ci sembra doveroso citare la presa di posizione del Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, Nicola Cabibbo, a proposito della particella di Higgs e degli esperimenti dell’LHC.- Autore:
- Fonte:
La funzione principale dell’LHC è quindi quella di ricreare le condizioni dei primi istanti del Big Bang. Di fronte a questo eccezionale esperimento si sono scatenate alcune fantasiose ipotesi e il complesso della “fine del mondo”. Si è parlato della possibilità che l’esperimento possa generare un enorme “buco nero”, capace di inghiottire la terra; oppure che si creino le condizioni per un nuovo “big bang”, che provocherebbe la fine dell’universo; infine la particella di Higgs, la cui rivelazione costituisce uno degli scopi dell’LHC, è stata denominata “particella di Dio”.
Di fronte a queste illazioni ci sembra doveroso citare la presa di posizione del Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, Nicola Cabibbo, a proposito della particella di Higgs e degli esperimenti dell’LHC.
"Con Dio- ha detto Nicola Cabibbo (Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze) - non ha proprio nulla che fare. Bisogna tenere separati il campo della fisica da quello della teologia". "Chiamare il bosone di Higgs particella di Dio è stata la trovata stravagante di un collega americano, ma con Dio non ha nulla a che fare", osserva Cabibbo sottolineando che "bisogna fare attenzione a non creare un rapporto diretto fra il Big Bang e la creazione perché non è detto che il Big Bang sia stato in realtà il primissimo evento che ha dato origine all'universo". Quello che è certo, ha aggiunto Cabibbo, è che l'Lhc è "la macchina più potente mai costruita per la fisica e il risultato di uno sforzo trentennale che cominciò quando ero presidente dell'Infn".
Per un approfondimento sull'intera vicenda e sulla struttura dell’LHC rimandiamo agli articoli di Mario Gargantini su www.ilsussidiario.net