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Domanda



Buona sera professore.
Sono una docente di religione della scuola primaria. Vorrei sottoporle questo quesito:
la famiglia di un nostro alunno frequentante la classe quinta della scuola primaria e avvalentesi dell’irc con ottimo profitto fin dalla classe prima, nel mese di giugno ha chiesto alla scuola l’esonero dalla materia. La scuola ha fatto presente che i termini per presentare la domanda di esonero erano scaduti in quanto tale cambiamento è previsto nel periodo di apertura delle iscrizioni, altrimenti nella scuola primaria e in quella secondaria di primo grado l’iscrizione avviene d’ufficio. La famiglia ha diffidato la scuola, con un atto scritto da avvocato, dall’impartire l’Irc al figlio e che, in caso contrario, sarà costretta ad invocare tutela nelle competenti sedi giudiziarie per ottenere la cessazione del comportamento discriminatorio illegittimo e per il risarcimento del danno. A sua ragione la famiglia ha citato il terzo comma dell’art. 310 del d.lgs n.297/1994 e l’affermazione del Con. Stato sez. VI sent. 30 luglio 2018 n. 4634.
Cortesemente le chiedo come rispondere a questi genitori che oltre a mortificare il lavoro di noi docenti di Irc, coinvolgono il nostro Dirigente scolastico.
La ringrazio in anticipo per la sua risposta.

Risposta



Il DPR 175/12 punto 2.1 lettera recita così: “La scelta operata su richiesta dell'autorità scolastica all'atto dell'iscrizione ha effetto per l'intero anno scolastico cui si riferisce e per i successivi anni di corso nei casi in cui è prevista l'iscrizione d'ufficio, fermo restando, anche nelle modalità di applicazione, il diritto di scegliere ogni anno se avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica”.