Non avrei dovuto mettere i disegni dei suoi alunni
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Domanda
Sono un’insegnante di IRC di scuola primaria con orario completo, per cui insegno in 3 prime, 2 seconde, 1 terza, 2 quarte e 3 quinte. Sono nello stesso Istituto da ben sette anni, conosco bene le maestre con le quali ho un ottimo rapporto tranne con una. I problemi sono iniziati già da qualche anno, intollerante all’insegnamento della Religione nelle scuole di ogni ordine e grado, perché a suo dire la scuola è laica, lo dice apertamente e platealmente coinvolgendo e portando dalla sua parte anche alcuni genitori, che pur avvalendosi dell’insegnamento della Religione, le danno ragione. Nelle discussioni, per quanto cerchi gli “applausi” di chi la ascolta, non è stato un problema rispondere a tono con leggi, documenti, pazienza e con ogni mezzo a mia disposizione. La situazione è peggiorata nel periodo di Halloween, tanto più che, siamo passati dalle enormi zucche (1 per alunno 17 in tutto) sparse per tutta l’aula, dagli addobbi di ogni tipo, al vestirsi lei stessa da strega e girare con qualche bambino per tutta la scuola. La maestra in questione fa lezione, quest’anno, in una classe quarta a tempo pieno ed insegna italiano, e inglese solo nella sua classe.
Già dall’anno scorso, insieme ad un’altra maestra di italiano, ero preoccupata del fatto che i bambini sostituissero la festa di Halloween a quella dei Santi. Nella mia programmazione ho voluto sottolineare l’importanza della festa di tutti i Santi, attraverso alcune attività che ne facessero capire meglio la loro importanza. Nelle quarte e nelle quinte sono partita dall’importanza del nome dell’alunno facendo una ricerca, personale e in gruppo, del Santo di cui festeggiavano l’onomastico, con delle produzioni grafico pittoriche dello stesso. Per volontà degli alunni, abbiamo messo i lavori sul muro fuori dall’aula, perché tutti passando potessero vederli. Il problema è nato quando, da quest’anno nell’aula della suddetta maestra c’è un’alunna non avvalentesi, e la materia alternativa la insegna lei.
Per questo motivo, a suo dire, non avrei dovuto mettere i disegni dei suoi alunni né all’interno né all’esterno dell’aula, perché nella “sua” aula avrei potuto “urtare la sensibilità” dell’alunna non avvalentesi, quindi ha pensato bene di toglierli dal muro del corridoio (lasciando invece le sue ragnatele e ragni) e metterli sull’armadio.
In seguito abbiamo discusso in presidenza, alla presenza del vice preside e della responsabile di plesso. I risultati: le opinioni personali non sono modificate.
Con tutta la pazienza, il buon senso, la tolleranza, il rispetto, a cui mi sento di dare testimonianza, al delicato ruolo di insegnante al quale sono stata chiamata, agli equilibri che non sempre è facile mantenere, vorrei capire quanto questo possa essere possibile e qual è il confine tra sopportazione e rispetto della professionalità.
Risposta
Io inviterei i colleghi a leggere l’editoriale di “La Civiltà Cattolica”, numero 3637 del 5 gennaio 2002 dove tra l’altro si dice: “Non si rende un buon servizio [al nostro Paese] quando si tenta di privarlo dell’eredità cristiana, perché il cristianesimo – lo si voglia o no – ha permeato tutta la storia, le istituzioni sociali, il diritto, la letteratura, l’arte del nostro Paese e perfino il carattere, il modo di pensare e di sentire dei suoi abitanti” (pagina 8) e poco sopra aveva affermato: “In realtà il pericolo che corre il nostro Paese è quello della perdita di una parte essenziale della propria identità spirituale e culturale”.