Ci sono norme per inserire o meno la scheda IRC?
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Domanda
Vorrei un suo prezioso aiuto.
Lo scorso anno il Dirigente ha inserito la scheda di religione nella scheda di valutazione, a settembre il Dirigente è andato in pensione. La nuova Dirigente vuole togliere la scheda di religione dal documento di valutazione.
Lunedì abbiamo il Collegio per valutare la sua proposta vorrei sapere se ci sono norme per inserire o meno la scheda IRC nel documento di valutazione.
La proposta del Dirigente non ci trova d’accordo e vorremmo farlo presente in collegio ma non sappiamo come dirlo in quanto abbiamo avuto anche risposta negativa per la benedizione natalizia che nel nostro circolo si è sempre fatta anche grazie alla presenza di un Dirigente che ha sempre valorizzato l’importanza di IRC nella scuola.
Grazie per la sua disponibilità.
Risposta
“… La valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti responsabili delle attività educative e didattiche previste dai piani di studio personalizzati; agli stessi è affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo” come dice l’articolo 8 del Decreto legislativo numero 59 del 18 febbraio 2004, tenendo conto dei piani nazionali.
Inoltre il MIUR con nota 16 giugno 2004, prot. n. 10642, ha affermato che “…la materia "religione cattolica", dal momento in cui ne viene richiesto l'insegnamento, assurge al medesimo rango delle altre discipline e concorre, quindi, sebbene mediante formulazione di giudizio e non di voto, alla valutazione globale e finale del profitto degli alunni…”.Si aggiunga a tutto questo che il Garante della privacy in data 3 dicembre ha così dichiarato: “Non è vero che i voti scolastici devono restare segreti, non è vero che gli studenti devono nascondere la propria fede religiosa, non è vero che i risultati degli scrutini devono rimanere clandestini …. Il necessario rispetto della volontà di ciascuno di mantenere riservato alcune informazioni sulla propria persona infatti non va confuso con la libertà, costituzionalmente protetta, di ognuno di manifestare liberamente le proprie convinzioni, anche in natura religiosa”.
Sintetizzando e esprimendo non una opinione ma una logica conseguenza a tutto l’iter che ha seguito lo svolgersi della questione, si può affermare che la disciplina “Religione Cattolica” è sullo stesso piano di tutte le discipline.
Deve essere perciò valutata come le altre comprese nelle 27 ore settimanali obbligatorie, né si dà luogo a discriminazione se, quanto è stato liberamente scelto, viene reso pubblico in un documento che va dato alla famiglia e al soggetto, ben precisando che non automaticamente la scelta di quella disciplina significa dichiarazione di una fede, ma solo riconoscimento di quanto fa parte della identità di un popolo europeo.
In conclusione: proporre due distinte schede di valutazione, a mio modesto parere, significa non solo rifiuto di capire il senso Piani di Studio Personalizzati, ma anche della nuova scuola quale i nuovi orientamenti delineano.
E’ per questi motivi che la Circolare Ministeriale numero 84 del 10 novembre 2005 ha emanato le linee guida per la compilazione anche del “Documento di valutazione” (la ex scheda di valutazione).
E le scuole, compresa quindi anche la vostra, a queste “nuove” direttive dovranno adeguarsi.
Il “Documento di valutazione”, previsto dalla Circolare Ministeriale numero 84/05, prevede che all’interno di questo documento tra gli insegnamenti obbligatori opzionali accanto all’insegnamento della religione cattolica ci sia anche l’attività alternativa.
Il collegio dei docenti non può essere equiparato ad un “Parlamento con potestà legislativa autonoma”, ma deve muoversi sempre nell’alveo delle direttive ministeriali apportando solo le modifiche che interessano i contenuti disciplinari locali o particolari obiettivi didattici deliberati dal collegio.
Si ricorda infine che le competenze del collegio docenti sono di natura essenzialmente didattica e non possono interferire negli aspetti organizzativi e gestionali.