Una bestemmia in classe

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Domanda


Gentile professore, le scrivo per qualcosa di veramente intollerabile e spero lei abbia la pazienza di ascoltare questo caso abbastanza pietoso: nell'istituto professionale dove insegno, e che raccoglie ragazzi, come dire, abbastanza "rozzi", anche se in fondo, sono buoni ragazzi, capita ahimè spesso che a qualcuno "scappi" una bestemmia in classe... con scandalo dei compagni più bravi... al che vado per mettere la nota, ma l'alunno mi supplica: "No, professoressa, la nota no, mi metto subito in ginocchio davanti al Crocefisso, chiedo pietà e perdono"... non le nascondo che mi sentivo placata da questo gesto e ho risparmiato la nota... i compagni, sono rimasti soddisfatti dal gesto di auto-punizione... ora mi chiedo: posso fare questo ogni volta che qualcuno bestemmia? cioè, far fare questa "penitenza", fare chiedere in ginocchio perdono al Crocefisso, o non è "didattico"? potrei essere perseguibile perché è umiliante? eppure questa punizione a me piace, perché come l'alunno umilia la classe con la bestemmia, così è giusto che si umili lui stesso... lei che dice? la mia preoccupazione principale è se io possa essere perseguibile per fare inginocchiare il ragazzo...
Grazie per la pazienza...

Risposta


Cara collega, è vero che una volta esistevano dei formulari che stabilivano per ogni peccato una determinata pena, ma è roba da Medioevo che suscitò la reazione di Martin Lutero, buonanima!
E’ stato cero lodevole l’atteggiamento di quel bravo ragazzo che ha capito di aver fatto male, agendo d’impulso, ma ogni persona è se stesso, e una posizione – se ci vuole – va dosata indirizzata al suo bene e non certo all’umiliazione, ma alla correzione del soggetto che non è una macchina prodotta in serie.