L’istruzione è un diritto
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Domanda
Gentile Professore,
avrei bisogno di sapere se, al pari dell'IRC, anche la questione degli studenti non avvalentisi che optano per lo studio è materia d'Intesa. In tal caso lo Stato Italiano non dovrebbe lesinare i fondi per la nomina di supplenti loro destinati.
Se invece la gestione degli alunni che studiano è solo uno strano onere in più per la scuola italiana, allora lo Stato, in un momento di crisi, ha tutto il diritto di evitare quelle spese che reputa eccessive e inutili.
Insegno in una scuola superiore dove, per alcune classi, il Dirigente Scolastico mi chiede la cortesia di tenere in classe gli alunni non avvalentisi che fanno studio.
Manca un'aula per loro e non ci sono docenti liberi con ore a disposizione.
Mancano i fondi e sembra che la nomina di supplenti che vigilano su soli due o tre alunni risulti un insopportabile spreco.
La ringrazio fin d'ora per la Sua risposta.
Risposta
L’istruzione è un diritto.
Questo significa che assicurare lo “studio assistito”, a chi lo sceglie in alternativa all’ora di religione, non è elemosina, ma diritto.