Avvalentesi: il DS sceglie i numeri!
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Domanda
Gentilissimo dottor Incampo, sono un ex insegnante di religione, attualmente Parroco di una parrocchietta di 300 anime e per la verità molto contento anche se mi è dispiaciuto tanto lasciare l’insegnamento, ma l’obbedienza… Vorrei girarti un quesito fattomi da un mio parrocchiano, ho cercato risposta presso la curia, ma sinceramente non ho avuto alcuna risposta. Ecco il quesito. In una delle tre scuole dove insegna il mio parrocchiano il Dirigente scolastico ha convocato le RSU (si chiamano così?) per concordare con loro la formazione delle classi; ma quello che preoccupa al mio parrocchiano è che il Dirigente scolastico vorrebbe formare le classi in base a chi sceglie o meno la religione cattolica e vorrebbe introdurre un numero minimo: cioè se in una classe ci sono almeno dieci che hanno scelto religione questi alunni possono stare in quella classe altrimenti gli avvalentesi verrebbero smistati. Mi pare che tutto questo non si possa fare, ma vorremmo legge, circolari per poter controbattere al dirigerete. Grazie per tutto quello che potrai fare e auguri di un Felice e Santo Natale.
Risposta
Per prima cosa chiariamo che per la formazione delle classi è il Consiglio di Istituto che stabilisce i criteri generali.
Normalmente tra i criteri adottabili dal Consiglio di Istituto compaiono: ripartizione uguale degli studenti per classi, presenza di maschi e femmine nelle classi, articolazione delle classi per fasce di livello, attenzione alle classi con alunni diversamente abili, ecc. ecc.
Tra i criteri generali non può essere ricompreso il criterio delle scelta se avvalersi o meno della religione cattolica in quanto in contrasto con il punto 2.1 lettera a) del DPR numero 751 del 16 dicembre 85 che così recita: “Il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica assicurato dallo Stato non deve determinare alcuna forma di discriminazione, neppure in relazione ai criteri per la formazione delle classi, alla durata dell’orario scolastico giornaliero e alla collocazione di detto insegnamento nel quadro orario delle lezioni.”
Quanto poi al coinvolgimento delle RSU è il caso di ricordare al Dirigente scolastico del tuo parrocchiano che è oggetto di informazione preventiva e non di contrattazione la proposta di formazione delle classi e di determinazione degli organici del personale della scuola tenuto conto delle proposte degli Organi Collegiali della scuola.
Questo significa che il Dirigente scolastico nell’informare le RSU sulla formazione delle classi e sugli organici, deve tener presente i criteri stabiliti dal Consiglio di Istituto e le eventuali proposte avanzate dal collegio dei docenti e la normativa vigente in materia.
Il Dirigente scolastico quindi deve acquisire i dati relativi al numero degli alunni iscritti e in relazione ai criteri ministeriali per la formazione delle classi, quantificare il numero delle classi che è possibile costituire.
Successivamente il Dirigente procederà alla formazione dell’organico dei docenti delle varie discipline comprese anche la religione cattolica, per cui potrebbe verificarsi il caso che la presenza anche di un solo alunno avvalentesi in una classe concorra a definire l’organico degli insegnanti di religione.
In conclusione: il Dirigente scolastico non ha il potere di scegliere e di individuare a priori il numero degli alunni avvalentesi che dovranno essere sistemati in ciascuna classe.
Se il tuo parrocchiano dovesse appurare che il suo Dirigente Scolastico ha operato in difformità della normativa citata, sarebbe opportuno che si rivolgesse al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale e all’Ufficio Scuola Diocesano per gli interventi ritenuti opportuni e appropriati.