E’ arrivato un nuovo collega
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Domanda
Carissimo Nicola ti scrivo per avere delle delucidazioni. Insegno nello stesso istituto liceale dall’a.s. 1997-98. Quest’anno è arrivato un nuovo collega, immesso in ruolo nel luglio scorso, che si è già dimostrato poco collaborativo: “ho 47 anni, sono di ruolo e faccio quello che voglio” è stato il motto ripetuto di fronte a preside ed RSU, mentre cercavano di farlo recedere dal proposito di accettare una cattedra comprendente 5 mie classi di triennio, erroneamente attribuitagli dal preside dello scorso anno. Alla luce di questa esperienza ti chiedo: io insegno nello stesso istituto da 9 (!) anni ed entrerò in ruolo nel terzo scaglione,sarà sempre così quando ci saranno decisioni che mi coinvolgeranno? Non conteranno gli anni di “anzianità” e di continuità didattica trascorsi nella stessa scuola, in vista della compilazione di una futura graduatoria d’istituto? Nel caso di una contrazione di classi ricomincerò a girare nelle diverse scuole così come già fatto ad inizio carriera ed oltre (a.s. 1986-87)? Ti ringrazio dell’attenzione, ciao.
Risposta
Per prima cosa chiariamo che l’assegnazione dei docenti ai plessi e alle classi è compito del Dirigente Scolastico che vi provvede tenuto conto dei pareri e delle proposte del Collegio dei Docenti, nonché dei criteri generali stabiliti dal Consiglio d’Istituto.
Il Dirigente Scolastico può discostarsi da quanto stabilito dagli Organi Collegiali dando ampia e documentata giustificazione.
Uno dei criteri a cui il Dirigente Scolastico dovrà certamente ispirarsi è quello della continuità didattica.
Inoltre la materia è oggetto di contrattazione sindacale a livello di singole scuole.
Ma è fuori discussione che l’immissione in ruolo non è la garanzia di essere autonomo e di dettare leggi nel contesto scolastico, ma di inserirsi con spirito di collaborazione per realizzare un sereno impegno di lavoro nella tranquillità della sicurezza del “posto”.