IRC: La risposta che non mi soddisfa più di tanto
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Domanda
Caro Prof. Incampo, grazie per la risposta che non mi soddisfa più di tanto. Non capisco perchè bisogna, sempre e comunque, coprire eventuali atti di arroganza posti in essere non dai "nemici dell'irc e degli idr" ma proprio da una "allegra" gestione ecclesiale degli idr. Il mio quesito non metteva minimamente in dubbio il legame con la chiesa. Cosa ben diversa sono gli atti di arroganza posti in essere da uomini di chiesa contro gli idr. Inoltre non capisco quale sia il nesso tra l'auto-aggiornamento, che tantissimi idr fanno e con grande responsabilità, e l'essere convocati per i corsi di aggiornamento con tanto di firma in entrata e in uscita con modalità tipiche da "sorvegliati speciali" con obbligo di firma al commissariato. Terza e ultima precisazione: cosa c'entrano gli incontri di natura spirituale degli idr (ritiri, giornate di spiritualità, ecc.) con l'aggiornamento professionale degli stessi? Certamente non sono due cose contrapposte ma sicuramente non sono la stessa cosa. Se le cose dovessero continuare in questo modo non escludo un ricorso al pretore del lavoro per chiarire i termini legislativi della faccenda perché gli idr siamo esseri umani e non carne da basso macello che il direttore di turno può vendere al migliore offerente. Scusi la franchezza del mio dire ma non sono abituato all'"ecclesiastichese" (una brutta parodia del politichese?). Cordiali saluti.
Risposta
Non è nostro intento di dare risposte che “soddisfano più di tanto”.
bbiamo tentato di chiarire che il docente di religione cattolica ha due riferimenti: la legislazione scolastica e quella ecclesiastica che è fatta anche di orientamenti di natura pastorale.
Sono questi a suggerire corsi di aggiornamento specifici e iniziative di natura formativa. Se poi non si ha fiducia nella rettitudine di intenzione di chi tali iniziative gestisce, non è affare nostro.