Non c’è due senza tre

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Domanda


Come al solito, alla ricerca di consulenza giuridica e normativa di competenza, mi rivolgo a Lei. Mi chiamo *** e sono un IdR. Necessito di un chiarimento: l’errore prodotto nella distribuzione delle cattedre (150 in riferimento alla regione Basilicata) determinerà una ridistribuzione in aumento delle stesse sul territorio nazionale. Tale operazione resterà comunque nell’abito fisso diocesano del 70% o sottrarrà ore e quindi posti al 30%? In altri termini, chi rientra nel 30% è sicuro di tale percentuale o rischia, con l’imminente immissione in ruolo (nonché nei prossimi anni, ad es. in conseguenza della contrazione del numero delle classi), di vedersi diminuire tale riferimento matematico? Ringrazio ancora una volta per la Sua professionalità e disponibilità.

Risposta


Dopo la tabella allegata alla nota protocollo numero 65 del 22 luglio 2004, e la tabella allegata al Decreto Interministeriale numero 72 del 30 settembre 2004, il MIUR si appresta ad pubblicare una terza tabella, speriamo definitiva, con l’individuazione del numero delle cattedre esatte da immettere in ruolo nel triennio.
Da indiscrezioni sembra che “i numeri” della prossima tabella siano molto vicini a quelli della tabella della nota di luglio 2004.
Il comma numero 1 dell’articolo 2 del Decreto Interministeriale numero 72 del 30 settembre così recita: “Entro il limite riportato nella colonna “f” della tabella “A”, il Dirigente dell’ufficio scolastico regionale effettua, per ciascuno dei ruoli indicati all’articolo 1, comma 1 della legge 186/2003, la ripartizione dei posti, con riferimento al territorio di pertinenza di ciascuna diocesi”.
Questo significa che il Direttore regionale terrà conto, per la ripartizione delle cattedre, solo del territorio diocesano.
E’ il caso di ricordare che il territorio diocesano non sempre coincide con la stessa Provincia o Regione; alcune diocesi hanno un territorio che sconfina in province diverse da quelle del centro diocesi ed anche in regioni limitrofe con quella dello stesso centro, e questo perché le Regioni ecclesiastiche non coincidono con le Regioni statali.
In quanto alle percentuali, le stesse non potranno essere cambiate, perché definite per legge.