Due distinte schede di valutazione?

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Domanda


Egregio prof. Incampo, in relazione ai nuovi documenti di valutazione per la scuola primaria che i singoli istituti dovranno elaborare in seguito alla nuova normativa, vorrei chiederle se può ritenersi corretto proporre, come da alcune parti viene fatto, due distinte schede: una per le discipline relative alle 27 ore obbligatorie e una per l'IRC e per gli eventuali insegnamenti opzionali. Non c'è il rischio, così facendo, di suggerire negli utenti l'idea erronea che l'IRC sia accomunabile alle materie opzionali che le scuole offrono per un totale massimo di 3 ore settimanali e che sono altra cosa rispetto alle ore di IRC le quali, invece, sono opzionali per gli studenti ma non per la scuola e appartengono alla quota curricolare obbligatoria delle 27 ore settimanali?

Risposta


In base alla normativa attualmente in vigore sono state abrogate quelle norme che prevedevano che fosse il Ministero a predisporre la scheda di valutazione, ma “… la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti responsabili delle attività educative e didattiche previste dai piani di studio personalizzati; agli stessi è affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo” come dice l’articolo 8 del Decreto legislativo numero 59 del 18 febbraio 2004, tenendo conto dei piani nazionali.
Inoltre il MIUR con nota 16 giugno 2004, prot. n. 10642, ha affermato che “…la materia “religione cattolica”, dal momento in cui ne viene richiesto l’insegnamento, assurge al medesimo rango delle altre discipline e concorre, quindi, sebbene mediante formulazione di giudizio e non di voto, alla valutazione globale e finale del profitto degli alunni…”.
Si aggiunga a tutto questo che il Garante della privacy in data 3 dicembre ha così dichiarato: “Non è vero che i voti scolastici devono restare segreti, non è vero che gli studenti devono nascondere la propria fede religiosa, non è vero che i risultati degli scrutini devono rimanere clandestini …. Il necessario rispetto della volontà di ciascuno di mantenere riservato alcune informazioni sulla propria persona infatti non va confuso con la libertà, costituzionalmente protetta, di ognuno di manifestare liberamente le proprie convinzioni, anche in natura religiosa”.
Sintetizzando e esprimendo non una opinione ma una logica conseguenza a tutto l’iter che ha seguito lo svolgersi della questione, si può affermare che la disciplina “Religione Cattolica” è sullo stesso piano di tutte le discipline.
Deve essere perciò valutata come le altre comprese nelle 27 ore settimanali obbligatorie, né si dà luogo a discriminazione se, quanto è stato liberamente scelto, viene reso pubblico in un documento che va dato alla famiglia e al soggetto, ben precisando che non automaticamente la scelta di quella disciplina significa dichiarazione di una fede, ma solo riconoscimento di quanto fa parte della identità di un popolo europeo.
In conclusione: proporre due distinte schede di valutazione, a mio modesto parere, significa non solo rifiuto di capire il senso Piani di Studio Personalizzati, ma anche della nuova scuola quale i nuovi orientamenti delineano.