Sono la mamma di...
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Domanda
Carissimo professor Incampo, sono la mamma di una ragazza di 25 anni, una ragazza sfortunata, perché appena sposata il marito si è dimostrato un mascalzone. Quando erano fidanzati le mandava tanti fiori, da sposati invece l'ha massacrata di botte. Ogni giorno quando andavo a trovarla a casa la trovavo sempre con la faccia piena di lividi; ho provato a dirle di continuarlo ad amare quella specie di uomo, ma poi io stessa l'ho consigliata e aiutata ad abbandonare quel mascalzone. Mia figlia è una maestra elementare e proprio perché maestra elementare insegna anche religione. Dopo quello che è successo, mia figlia vuole chiedere al direttore didattico l'esonero, io invece sono del parere che mia figlia non ha nessuna colpa, che ha fatto bene a non vivere più con quel mascalzone. Professore mi aiuti, mi dia delle argomentazione per poter spiegare a mia figlia che può continuare ad insegnare la religione. Grazie per tutto quello che farà per una mamma che vuole tanto bene a sua figlia.
Risposta
Gentile Signora,
dopo il danno anche la condanna!
No, assolutamente, sua figlia che ha già subito l'inganno e la violenza di un uomo che il giorno del matrimonio ha dichiarato davanti a tutti "di amarla e di onorarla tutti i giorni della vita" ed invece…
Ora si sente responsabile del comportamento di suo marito al punto di non sentirsi in grado di insegnare religione.
Ognuno è responsabile delle sue azioni personali e non di quelle dei suoi familiari, almeno che non ne sia direttamente la concausa, sennò…
Questo è il clima in cui oggi la Chiesa a livello ufficiale si muove. E anche lo Stato. La separazione è gia di per sé una lacerazione grave, ma provare disagio e in più quasi vergogna per una situazione non ricercata ma assolutamente inevitabile è un peso troppo grande che sua figlia non deve assolutamente portare. Continui ad insegnare religione, sentendolo come un servizio alla comunità.
Il problema forse è dato dal fatto che sua figlia si senta condannata dalla Comunità ecclesiale, ma questo è certamente un pregiudizio: la separazione, pur essendo un fatto grave, non è uno stato di peccato di per sé. E' opportuno distinguere tra separazione e divorzio, che sono due situazioni diverse e distinte come lei già sa.