Sono consigliere comunale...

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Domanda


Carissimo professor Incampo, sono un insegnante di matematica e fisica, sono anche consigliere comunale del comune di *** e faccio parte della Commissione Cultura. Il 24 aprile p.v. siamo stati convocati per discutere dell'ora di religione e l'Assessore incaricato ha inviato a tutti i componenti un invito che ti allego. Conoscendo la sua competenza, il sito mi è stato segnalato da alcuni colleghi, le chiedo di aiutarmi a rispondere con competenza. So di chiederle molto, ma mi creda, è l'unico che mi può aiutare. La ringrazio anticipatamente e le auguro una Santa e Felice Pasqua. Alla Commissione Cultura del Comune di *** Mi auguro che sia stata notata la bandiera della pace che è posta su un apposito pennone accanto a quella dell'Italia e a quella dell'Europa. Questo significa che l'Istituto si fa propagatore di pace; allora perché non fare dell'educazione alla pace (visto anche che non è prevista, almeno per il momento, nel pacchetto delle sei educazioni della nuova riforma) una proposta come ora alternativa (personalmente la proporrò al Collegio) all'IRC. Ma direi di più; per l'ora alternativa a livello di Istituto è sufficiente una presa di posizione del Collegio, mentre se si pensasse all'educazione alla pace come ora sostitutiva dell'IRC, in una revisione dei rapporti fra Stato e Chiesa, l'atto ufficiale dovrebbe essere del Consiglio Comunale da inviare ai Comuni d'Italia e al Presidente del Consiglio oltre che al Ministro della Pubblica Istruzione. In un momento come questo di costruzione di una nuova scuola potrebbe essere una proposta qualificante per il Comune di ***. E per educazione alla pace intendo: - conoscenza delle culture, civiltà e religioni dei popoli della terra; - interventi in classe di persone rappresentative di culture, civiltà e religioni diverse; - esperienze della ipotetica classe con culture, civiltà e religioni differenti dalla propria. Questo perché la conoscenza è fonte di tolleranza, di accoglienza, in definitiva di coesistenza e quindi di pace fra i popoli. L'idea potrebbe essere approfondita e migliorata attraverso uno studio che la Commissione Cultura potrebbe fare con l'aiuto di personalità della cultura e delle religioni per giungere ad una proposta concreta. Se di cosa seria si tratta, non dovrebbe essere immediatamente accolta o respinta, ma studiata a fondo e per questo potrebbe valere la pena anche di investire un po' di risorse.

Risposta


Alla commissione Cultura del comune di ***.
Gentilissimo Presidente, gentilissimi signori della Commissione,
ho ancora dinanzi ai miei occhi ma soprattutto nella mia mente un ricordo di un lontano incontro interreligioso tenutosi ad Assisi anni fa: un bianco vegliardo era attorniato dai capi religiosi di ogni parte del mondo e tutti imploravano la pace per un mondo che sempre ha conosciuto gli orrori delle guerre.
Anni dopo nella stessa Assisi in collegamento con Sarajevo e con altri centri del mondo si continuò a pregare per la pace: erano gli anni duri della guerra serbo-bosniaca. Ed anche di quell'incontro ho un'immagine bellissima di una adolescente che esprimeva tra le lacrime che le solcavano il volto il suo anelito e la preghiera più calda per pace della sua terra. Ed ho impresse nella mente le parole del Papa: "Mai più la religione sia motivo per uccidere il fratello!".
Cari amici, perché mettere in alternativa la religione come materia scolastica e l'educazione alla pace che pure è valore importante ed essenziale per la formazione della persona? La proposta fatta in questo consiglio comunale di sostituire l'IRC con una generica educazione alla pace che crede di educare con solo la "conoscenza di culture, civiltà e religione diverse, interventi di persone di tali culture…" si basa su un convincimento che "la conoscenza è fonte di tolleranza, accoglienza e coesistenza fra i popoli".
Ed è vero ma solo in parte perché conoscere non è autenticamente amare, ma solo un primo passo a cui segue la simpatia e poi l'amore che è la vera sorgente della pace, o meglio che è pace. E non vi pare che la religione e in specie la religione cristiana e cattolica in particolare a questo educa? Certo non è sufficiente in un'ora settimanale né il solo insegnamento della religione cattolica a formare alla pace che è - ripeto - amore dell'altro e non tolleranza e coesistenza soltanto.
L'IRC rimanda ad altro contesto formativo con il quale bisogna agire in collegamento ed unità di intenti se è vero che la scuola non ha solo finalità culturali, ma anche e soprattutto formativi.
Il cattolicesimo ha contribuito a formare delle generazioni che oggi si esprimono in gesti di profonda solidarietà verso gli extracomunitari, facendo loro spazio nelle loro case e perfino nelle loro chiese dove questi fratelli hanno avuto modo di esprimere la loro fede senza per nulla essere spinti ad abbracciare una fede diversa dalla propria.
Credo che, tenendo conto di tutto questo retroterra di incidenza nel sociale, il legislatore ha così stabilito nel Concordato, patto tra la Santa Sede e lo Stato Italiano, che "La Repubblica Italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuola pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento".
E la Corte Costituzionale in data 12 aprile 1989 con sentenza numero 203 ha affermato: "…lo Stato è obbligato, in forza dell'Accordo con la Santa Sede, ad assicurare l'insegnamento della religione cattolica… per gli studenti e per le loro famiglie esso è facoltativo: solo l'esercizio del diritto di avvalersene crea l'obbligo scolastico di frequentarlo…"
E il Ministero della pubblica Istruzione alla domanda "Qual è la posizione dell'IRC nel Piano dell'Offerta formativa di una scuola?" ha così risposto: "L'IRC deve comparire tra le discipline che concorrono alla determinazione della quota nazionale obbligatoria del curricolo di ciascuna istituzione scolastica e non può essere confuso con uno degli insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi di cui all'articolo 21, c. 9, della legge 59/97 che possono essere eventualmente offerti all'utenza".
Vorrei concludere invitando i signori consiglieri a non lasciarsi abbindolare da una proposta che lungi dal mettere il comune di *** all'attenzione di tutti i comuni di Italia, lo indicherebbe invece comunità in cui si tenta di tagliare le radici culturali della nostra bella nazione italiana e della nostra patria comune europea, comunità la nostra che sarebbe ancora debitrice di una certa mentalità laicista che vede nella religione cattolica la parte delle divisioni e non la matrice della vera pace tra i popoli.