I miei sette anni con San Riccardo

Autore:
Giuliani, Stefano
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Resistenza e un germe di curiosità in me all'affacciarsi di S. Riccardo Pampuri, attraverso la fede insistente di Don Giussani: "Dite un gloria a S. Riccardo, tutti i giorni..."
Resistevo, pensando a quanti uomini e donne stanno sulle guglie del Duomo, chiedendo a me stesso: "C'è bisogno di un altro? Chi sarà mai questo medico della "mutua"?", e lui insisteva ad indicarlo anche a me, e intanto germogliava la mia curiosità.
Attraverso la raccolta di lettere del Dott. Pampuri, curata da Laura Cioni ne “Il Santo semplice”, un volto che non conoscevo si stava affacciando alla mia vita, senza clamore, ma con tanto stupore: uomini così hanno un fascino irresistibile.
Quando gli amici mi invitavano ad andare a Trivolzio, sbuffavo, a causa della distanza e della pochezza offerta dal posto, ma comunque li seguivo.
Poi il rivelarsi nel lavoro in libreria di un cambiamento epocale e la crisi che viviamo ancora oggi, e quel primo esperimento invernale, sul sagrato di Trivolzio, reso possibile da Mons. Angelo Beretta, con la neve, ma anche con gli amici di Pavia, che vendevano le stelle di Natale per il C.A.V. della loro città.
E intanto, come si sa, il tempo passa, di domenica in domenica coi miei libri, alternandosi le stagioni e gli anni, da quell'inverno del 2005, anno in cui Don Giussani e il Beato Giovanni Paolo II, amici sulla terra sono entrati insieme in cielo, eccoci ai giorni nostri, dopo tanti incontri di persone, che S. Riccardo poneva sul mio cammino, mentre lui li stava incontrando, anche attraverso miracoli, documentati dal muro degli ex-voto.
Gente semplice, amici di San Pampuri, con le loro piccole ma grandi storie, del suo paese e anche venuti da molto lontano; e il piccolo Luigi Karol Riccardo; la voce e la musica di Marina e Guya Valmaggi; e la sofferta testimonianza del Prof. Mario Melazzini; e Manuel Cifuentes Rodenas, di cui ho già raccontato la conoscenza e il fiorire dell'amicizia; e Raffaella Zardoni, Giorgio Bordin e Franco Vignazia con i loro bellissimi disegni; e Giampiero Pizzol e Arcadio Lobato con quel piccolo e grande dono dall'alto che è il libro “Manolo e il Dottor Pampuri”; la scoperta delle opere semplici ma profonde di Ferdinando Michelini, la cui prodigiosa guarigione portò alla beatificazione del servo di Dio fra Riccardo; la scoperta dell'amicizia tra San Pampuri e il Beato Giovanni Paolo II, che ha rivelato un nuovo tratto di strada e le amicizie di Abbiategrasso; gli amici di Fuenlabrada in Spagna che stanno vivendo un'esperienza grande guardando San Pampuri; ed ora l'imprevedibile e inimmaginabile incontro pubblico con P. Aldo Trento, ne son certo invitato misteriosamente da S. Riccardo, nel giorno in cui il Vescovo di Pavia inaugurava la cappella a lui dedicata, nel 30° del milagro a Manuel, per il quale il Beato Giovanni Paolo II lo proclamò santo.
Mentre atterravo sul suolo spagnolo l'anno scorso, per conoscere Manuel, chiedevo a me stesso: "Perché? Perché io?".
Già durante il viaggio di ritorno, ma da allora ogni domenica sera prima di lasciare Trivolzio, un pensiero guardando l'amico San Riccardo: "Se hai cercato proprio me, che non sono degno, io mi fido di te: mostrami dove andare, insieme".
STE (libraio c/o San Riccardo Pampuri)