A piedi... 20 – “E tu, Betlemme...”
X giorno di viaggio – 6/1/2009 Epifania di Nostro Signore – Santo Sepolcro – Betlemme – Betania - Samàr- Autore:
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- Partenza per Betlemme. Si scorge il famigerato muro, che tante volte ho visto in televisione. Betlemme, classica cittadina arabeggiante di questi luoghi, purtroppo piuttosto squallida, ma, grazie a Dio, molto meno sporca e cadente delle altre città palestinesi. Alla Basilica della Natività si entra per un pertugetto. Anche qui vige il maledetto status quo. E oggi è la vigilia del Natale ortodosso: è atteso il Patriarca, con annessa super processione. Dentro la Basilica è ancora costantiniana, ma è tristemente spoglia e cadente. Frammenti di mosaico, ma neppure l’intonaco è ridipinto.
- Coda “infernale” e spintoni per entrare nella Grotta della Natività (lotta contro plotoni di corpulente massaie russe). Anche qui, non è il modo migliore per immedesimarsi nel Mistero di Dio fatto bambino. Ma è l’ennesima emozione indescrivibile di questa indescrivibile giornata. Mi chino a baciare la stella d’argento sotto l’altare. Poi, dietro, la Grotta della Mangiatoia. Fuori leggiamo il Gius: “La nostra vita appartiene a Colui che è venuto e che è posto nella storia come un seme invisibile.”
- Fuori, grande processione del Patriarca ortodosso. Ahimè, come è immobile la loro Chiesa. Nessuno di loro, se non in rarissimi casi, ha cercato di recuperare i luoghi che erano andati distrutti, come fecero i nostri operosi francescani, ricomponendo ciò che la diabolica furia musulmana aveva devastato. Solo attenti a difendere con le unghie il passato...
- Momento acquisti nella cooperativa cristiana: sosteniamo i pochi cristiani di Terrasanta, acquisto da regalare rosari, croci di Gerusalemme, statuine, una colombina e un angioletto (in legno di ulivo). Poi, a pochissimi chilometri, visita al Campo dei pastori.
- Trasferimento a Betania, pieno territorio palestinese. Lo squallore e la sporcizia sono qui supremi. Solo Betlemme, che è a maggioranza cristiana, è un po’ diversa. A Betania c’è il Santuario a Lazzaro, Marta e Maria, gli amici di Gesù. Anche qui v’era un tempo un grande monastero ora distrutto, con costruzione di una moschea sul sito della (probabile) tomba di Lazzaro!
- Incontriamo nuovamente don Carlo Casati e con lui andiamo da Samàr. Quante volte ne ho sentito parlare nelle sue omelie! Ci accolgono frotte di bambine. Tra il supremo squallore della cittadina lei accoglie queste orfanelle. Samàr ci racconta la sua storia... cose incredibili, non esiste rispetto per le donne e i bambini, l’adozione è considerata disdicevole... in altre parole, mi viene da dire, non esiste la civiltà! Ella riesce a vincere molte battaglie, anche se porta su di sé le tre peggiori sfortune per un abitante della Palestina: è donna, non è sposata, è cristiana! Le lasciamo un’offerta a sostegno delle sue opere. Poi ripartiamo. Abbraccio con affetto un paio delle sue bambine... che dolore, benché Samàr le abbia salvate e le terrà finché non saranno grandi, sono destinate a vivere da donne in una terra crudele, poverissima, sposate a uomini (se va bene) prevaricatori... Dio pensa tu a queste poverelle!
- Domani sveglia alle 5.45, per seguire la Messa Cattolica alle 6.30 presso il Santo Sepolcro! Io, la Vale, Barbara.
E anche oggi, in mille modi, Ti sei mostrato! Altro non aggiungo, perché non ne sono in grado. AMEN