2014 12 03 AFRICA nel sangue. INDIA: se ne parla poco e dopo le elezioni del nuovo presidente nulla è cambiato. BUONA NOTIZIA: CENTRAFRICA - P. Mateusz sta bene ed è stato liberato
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Kenya, strage degli al Shabaab. Chiesa: è disastro nazionale
I miliziani somali di al Shabaab hanno rivendicato l’attacco della notte scorsa nel nordest del Kenya, dove hanno ucciso almeno 36 lavoratori di una cava e hanno “promesso” nuovi attentati. Nella stessa area, ieri un episodio analogo ha provocato un morto e 12 feriti. Anche in questo caso le vittime non erano di fede musulmana. I vescovi locali esortano il governo a dichiarare tale stato di insicurezza come un “disastro nazionale”.
Radio Vaticana 02 12 2014
Nigeria, strage in moschea. Boko Haram fa oltre 100 morti
“Il terribile attacco contro i fedeli musulmani in preghiera dimostra che Boko Haram ha allargato il suo raggio d’azione”. Così ha commentato il presidente della Conferenza episcopale nigeriana, mons. Ignatius Kaigama, l’attentato che il 28 novembre ha colpito la grande moschea di Kano, nel nord del Paese, provocando almeno 120 morti e il ferimento di oltre 270 persone. Dura anche la condanna del presidente, Jonathan, che ha esortato i nigeriani a “restare uniti contro un nemico comune”.
Radio Vaticana 29 11 2014
Boko Haram progetta attentati con kamikaze travestiti da suora
I terroristi di Boko Haram progettano attentati con kamikaze travestiti da suore. “Qualche mese fa a Kano (nel nord della Nigeria) la polizia ha scoperto dei sarti che stavano cucendo delle tuniche da suora destinati ad attentatori che dovevano mescolarsi tra la folla di fedeli per farsi saltare in aria” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, Direttore delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Abuja, la capitale federale della Nigeria.
“Nell’ultimo mese in Nigeria ci sono stati almeno 4 o 5 attentati commessi da donne suicide” ricorda il sacerdote. “L’ultimo è quello nel mercato di Maiduguri, il 25 novembre, con due donne suicide che ha provocato secondo l’ultimo bilancio 70 morti. In precedenza attentati simili sono avvenuti all’università di Kano e in quella di Kotangora, mentre la settimana scorsa una ragazza si è fatta esplodere in un’aula di una scuola con trenta studenti”.
“L’allarme per il crescente ricorso ad attentatrici suicide è dimostrato dal fatto che la polizia nigeriana ha consigliato di abbreviare i tempi di esposizione del Santissimo Sacramento nelle chiese di Abuja domenica 23 novembre, festa di Cristo Re, e di ridurre la processione. La polizia ci ha consigliato di allontanare le donne sconosciute che sembrano incinta perché le attentatrici nascondono le bombe sotto false pance” dice p. Patrick.
“Boko Haram cerca sempre nuovi modi per seminare il terrore ma noi come Chiesa vogliamo seminare la speranza grazie anche all’emittente cattolica per la quale il 9 dicembre lanceremo la raccolta fondi” conclude p. Patrick.
(Agenzia Fides 27/11/2014)
INDIA: se ne parla poco… e dopo le elezioni del nuovo presidente nulla è cambiato.
La situazione degli intoccabili spesso aiutati solo dai cristiani
INDIA - Dalit: 165 milioni di indiani discriminati per questo
Discriminazione per caste, lavoro minorile, matrimoni precoci di bambine minorenni e denutrizione cronica, sono alcuni tra i problemi più gravi che colpiscono la popolazione indiana. Le caste e sottocaste sono tante, anche se le principali sono quattro, tre superiori e una inferiore. Poi ci sono gli intoccabili, i dálit, che non rientrano in nessuna casta e sono completamente emarginati, pur essendo 165 milioni. Sono considerati portatori di impurità e, per evitare di “contagiare” altre persone, per bere sono costretti a non usare bicchieri ma le bucce del cocco o le mani. Non sono ritenuti degni di mangiare nei piatti o nelle foglie e devono farlo direttamente dal suolo o su una pietra, né possono lasciare impronte che potrebbero essere calpestate da qualche membro di una casta superiore.
Tredici milioni di bambini sono socialmente esclusi, costretti a lavorare per sopravvivere. Molti vengono venduti dai loro stessi familiari per meno di 1000 rupie (13,15 euro), in particolare le bambine, che vengono sfruttate come domestiche, subendo spesso abusi. I piccoli che vivono al di sotto della soglia di povertà sono 60 milioni. Il 47% delle bambine sono obbligate a sposarsi prima di aver compiuto 18 anni. Nel Paese, dove si registra il tasso di mortalità infantile più elevato, la denutrizione cronica colpisce 62 milioni di minori.
(28/11/2014 Agenzia Fides)
Il non riconoscimento delle caste e la vicinanza ai Dalit, provoca e genera l’ostilità degli indù:
INDIA - I missionari cristiani etichettati “nemici degli indù”
I missionari cristiani sono identificati tra i cinque maggiori nemici degli indù: è quanto si afferma un opuscolo distribuito al World Hindu Congress 2014, appena conclusosi a Dehli. Come appreso da Fides, altri “nemici giurati degli indù” indicati sul testo sono: l’islam, il marxismo, il materialismo, il “Macaulayismo” (il sistema educativo pubblico lanciato da Tohmas Macaualy ai tempi del dominio britannico, ndr). Nel Congresso questi concetti, espressione dell’ideologia Hindutva (che predica “l’India ai soli indù”), hanno trovato spazio, data la presenza massiccia di organizzazioni militanti e radicali.
“La combinazione delle forze anti-indù sta indebolendo la società indiana” si è detto, dunque i fedeli sono invitati a contrastare il sistema culturale vigente. L’opuscolo definisce l’islam “velenoso”, critica il pluralismo culturale e religioso e l’approccio dei missionari cristiani che “perfidamente introducono il sistema di valori della propria società occidentale”
Al World Hindu Congress 2014 hanno partecipato oltre 1.500 delegati provenienti da 40 paesi. (PA) (Agenzia Fides 26/11/2014)
INDIA - Gli estremisti indù: i missionari cattolici nelle scuole non siano chiamati “padre”
I missionari delle scuole cattoliche dello stato indiano di Chhattisgarh che sono impegnati nell’insegnamento, come presidi o docenti, non dovranno più essere chiamati “padre” ma solo “signore”. Come appreso dall’Agenzia Fides, è l’imposizione dei gruppi estremisti indù alle 22 scuole cattoliche del distretto di Bastar, frequentate per larga maggioranza da studenti non cristiani.
Nei giorni precedenti l’accordo, nell’area vi erano state tensioni, date le accuse ai cristiani di “usare l’educazione come arma per la conversione”. Nel servizio di istruzione, hanno ribadito gli esponenti cattolici, “si rispettano i sentimenti degli studenti indù”. E’ ampiamente riconosciuto, a tutti i livelli, che la comunità cattolica fornisce in India un servizio nel campo dell’istruzione che risulta di alta qualità tecnico-scientifica, e riscuote l’apprezzamento di politici, intellettuali, accademici e di famiglie appartenenti a diverse comunità religiose.
Lo sforzo della comunità cattolica, spesso svolto in forma gratuita, è apprezzato in India anche perché nel paese, come informa l’Unicef, vi sono oltre 60 milioni di bambini che non frequentano la scuola neppure per un giorno della loro vita. (Agenzia Fides 25/11/2014)
India: cristiani malmenati da radicali indù e arrestati da polizia
Denudati, picchiati a mani nude, presi a cinghiate e infine arrestati: è accaduto a otto pentecostali del villaggio di Kotla, nello Stato indiano di Madhya Pradesh, aggrediti da radicali indù del Bajrang Dal. L’attacco si è consumato il 4 novembre scorso. Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), conferma ad AsiaNews la notizia: “I fedeli della Bethel Pentecostal Church sono stati arrestati dalla polizia di Bilkhiriya in base alla legge anti-conversione in vigore nello Stato”.
Il 4 ottobre scorso il rev. Rana ha radunato sette fedeli per preparare insieme un servizio di preghiera. Quando i militanti locali del Bajrang Dal hanno saputo dell’incontro, hanno fatto irruzione nel luogo in cui si trovavano i cristiani e li hanno aggrediti. In seguito, alcuni agenti hanno prelevato i pentecostali e li hanno arrestati.
Introdotto nel 1968, il Madhya Pradesh Freedom of Religion Act “è uno strumento per perseguitare e intimidire la vulnerabile minoranza cristiana”. “Le forze radicali indù - spiega Sajan George - lo sfruttano, inventando false accuse di conversioni forzate”.
Nell’agosto 2013 il governo del Madhya Pradesh ha approvato un emendamento al Madhya Pradesh Freedom of Religion Act 1986, che ha reso la legge ancora più dura. La modifica impone ai sacerdoti di fornire alle autorità locali tutti i dettagli relativi alla persona che ha deciso di cambiare religione almeno 30 giorni prima della cerimonia, e multe salatissime per chi non la rispetta.
“È essenziale - sottolinea il presidente del Gcic - che i leader cristiani e indù intraprendano un dialogo attivo e una vera cooperazione, per cancellare le nubi di sospetto e timore che agitano il Madhya Pradesh e instaurare un clima di mutua tolleranza”.Radio Vaticana 07 11 2014
La situazione di violenza contro le minoranze viene costantemente denunciata e altrettanto disattesa: ecco l’ultima in ordine di tempo
INDIA - I Gesuiti denunciano: “600 attacchi contro le minoranze religiose: stop alla violenza”
Un forte appello al governo centrale e ai governi dei diversi stati indiani perché adottino “misure urgenti per porre fine alla campagna orchestrata e motivata da odio e violenza contro le minoranze religiose, che ha un impatto negativo sull’armonia sociale in molte città e villaggi, in numerose aree del paese” è quanto chiedono i gesuiti indiani riuniti nella rete “Jesa” (Jesuits in Social Action). Il testo dell’appello inviato a Fides ricorda che “il sostegno palese da parte dei leader politici a gruppi radicali ed estremisti indù ha innescato la violenza in molti luoghi. I mass-media hanno registrato oltre 600 casi di violenza contro le minoranze tra maggio e settembre del 2014” mentre i colpevoli restano impuniti.
“L’impunità – notano i Gesuiti indiani – incoraggia ulteriormente gli estremisti che agiscono al di fuori della legge”, mentre la società civile chiede da tempo alle massime autorità politiche di fermare “quanti creano disarmonia e polarizzano la società”. Oltre 30 associazioni che difendono i diritti umani hanno ribadito la richiesta di tutelare i diritti delle minoranze, soprattutto il diritto a vivere con dignità come cittadini dell’India, con pari dignità e nell’uguaglianza.
La situazione è diventata talmente critica, ricorda il testo inviato a Fides, che anche una giurista del calibro di Fali Nariman ha espresso apertamente la sua preoccupazione. “I primi 100 giorni del nuovo governo – dicono i Gesuiti – hanno visto un crescendo di discorsi di odio contro musulmani e cristiani. La loro identità viene derisa, la loro cittadinanza messa in discussione, la loro fede sbeffeggiata. Si moltiplicano coercizioni, divisioni e sospetti. Gli attacchi alle minoranze religiose hanno assunto proporzioni allarmanti: oltre 600 da maggio a settembre 2014, in varie parti del paese”
I Gesuiti chiosano: “La campagna di odio, violenza e minacce ha sbalordito non solo le minoranze religiose, ma la società civile, giuristi e accademici, mentre il governo resta in silenzio. La comunità cristiana è stata bersaglio di violenze di massa in Uttar Pradesh, Madhya Pradesh e Chhattisgarh”, secondo un approccio che – denuncia l’appello – ha cambiato strategia: “Pochi morti, ma una violenza quotidiana a bassa intensità che sta diventando routine”. Per questo si chiedono “rapidi provvedimenti contro quanti creano tensioni nella società” e si invita il Miniserto degli Interni a “emanare una direttiva perché la polizia non si faccia condizionare dai gruppi estremisti”. (PA) (Agenzia Fides 9/10/2014)
BUONA NOTIZIA
CENTRAFRICA - “P. Mateusz sta bene ed è stato liberato senza l’impiego della forza” dice a Fides il Vicario generale di Bouar
Sta bene p. Mateusz Dziedzic, il sacerdote Fidei Donum polacco rapito a metà ottobre nella Repubblica Centrafricana (vedi Fides 15/10/2014) che è stato liberato il 26 novembre. Lo riferisce all’Agenzia Fides il Vicario generale della diocesi di Bouar, don Mirek Gucwa. “Abbiamo appreso nella mattina di ieri della liberazione di don Mateusz e già in serata siamo riusciti a parlare per telefono con lui. Ha detto che sta bene” racconta don Mirek.
“Don Mateusz è stato liberato insieme ad altri 15 ostaggi di nazionalità camerunese, nel territorio del Camerun” dice il Vicario Generale di Bouar. Gli ostaggi, tra cui il sacerdote polacco, sarebbero stati sequestrati dal “Front Démocratique du Peuple Centrafricain (FDPC)”, il cui capo, Abdoulaye Miskin, è detenuto in Camerun.
Un comunicato del Presidente della Repubblica del Camerun, Paul Biya, inviato all’Agenzia Fides, afferma che la liberazione dei 15 ostaggi camerunesi, rapiti tra il 20 settembre e il 24 ottobre nell’est del Paese, è stata resa possibile grazie a “un’operazione speciale condotta dalle forze armate e di sicurezza camerunesi”. Il comunicato riconosce inoltre il “contributo apprezzabile” del Presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso, mediatore nella crisi centrafricana, per la liberazione degli ostaggi.
Secondo p. Mirek, per quanto a sua conoscenza, questi ultimi non sono stati liberati attraverso un’operazione militare e si è in attesa della liberazione di 10 ostaggi di nazionalità centrafricana ancora detenuti dal gruppo. “Si spera che saranno liberati a breve” dice. Attualmente “p. Mateusz si trova a Brazzaville, dove dovrebbe aver incontrato il Presidente Sassou Nguesso” aggiunge don Mirek.
Il Vicario Apostolico riferisce che a Bouar la situazione è calma, a parte qualche rapina notturna, grazie alla presenza di un contingente della MINUSCA (Missione ONU nella Repubblica Centrafricana), formato da militari di Camerun, Bangladesh e Marocco.
(Agenzia Fides 27/11/2014)