Barcellona, Pietro - Incontro con Gesù
Ed. Marietti 1820- Autore:
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Certo la profondità del testo di Barcellona Incontro con Gesù richiederà un ulteriore approfondimento. Ma non posso non raccontare l’impressione commovente che mi ha fatto il leggerlo, in questi giorni vicino al Natale.
Il primo libro che ho letto di Barcellona me lo ha regalato Fabio Cavallari, dicendomi che la sua riflessione sulla laicità era straordinaria. Poi ho letto il libro/dialogo sulla Ineludibile questione di Dio, testimonianza della bellezza della amicizia quando spinge l’uomo alla ricerca (è proprio vero quello che diceva Platone, che una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta). Ora mi sono imbattuto in questo nuovo testo: Incontro con Gesù e l’impressione è stata di un incontro personale, con un uomo, con il suo sguardo e il suo cuore.
Lascio ai lettori l’avventura della scoperta. Faccio solo una osservazione.
Quando sono arrivato nella mia nuova parrocchia di Ponte Cappuccini, una delle opere presenti nella Chiesa mi ha colpito ed affascinato. Si tratta di una antica Via Crucis di una intensità straordinaria. Un giorno mi sono messo a fotografarla, in tutti i particolari, con sr Maria Gloria Riva, e man mano che ne guardavamo le immagini, lo stupore cresceva, nella certezza che i nostri occhi incontravano una bellezza “soprannaturale”.
Il Venerdì Santo allora ho deciso di fare la Via Crucis della Parrocchia, non per le vie del piccolo paese (Pietrarubbia), ma invitando i parrocchiani a partecipare in Chiesa all’evento. Con sr Maria Gloria abbiamo preparato le immagini, proiettate ingrandite sopra l’altare, e con un commento straordinario di Péguy.
L’esperienza è stata grandiosa. E soprattutto i commenti della gente. Tutti hanno detto che, pur avendola vista così tanti anni, mai si erano accorti di tanto splendore. Ci volevano gli occhi nuovi di qualcuno che veniva da fuori per farglielo capire.
Ecco, leggendo le pagine di Barcellona sulla figura di Gesù, sulla incarnazione, sulla nascita di un uomo che era Dio, mi è accaduto lo stesso miracolo di ricominciare a stupirmi di ciò che mi è stato dato dalla fede, dalla educazione di mio padre, dall’incontro con don Giussani, dall’esperienza sacerdotale.
È stato il riconoscere un dono, una realtà, che non finisce mai di stupire, una fede che è sempre nuova: più la guardi e più vedi come affascina l’uomo che è appassionato a sé, e più ti innamora.
È il riaccadere dell’incontro attraverso lo stupore di chi lo ha scoperto. E la decisione di penetrarlo sempre più. È la nostra fierezza.
Grazie a Barcellona per questo sguardo profondo, e grazie a Fabio che me lo ha fatto conoscere.