4 luglio 1925 – 4 luglio 2025: “Verso l’alto”: 100 anni fa la nascita al cielo di San Pier Giorgio Frassati
Beato Pier Giorgio Frassati, prega per noi. Insegnaci a vivere con la tua stessa gioia, la tua stessa sete di giustizia, la tua stessa passione per Gesù Cristo- Autore:
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Un’anima verticale
«Verso l’alto!» scrisse Pier Giorgio sul retro di una fotografia scattata durante una delle sue escursioni in montagna. Non era solo una frase per ricordare una vetta scalata, ma il motto interiore di tutta la sua esistenza: vivere costantemente proteso verso Dio, senza sottrarsi alla fatica del cammino.
La montagna fu per lui molto più di una passione sportiva: fu metafora dell’ascesa spirituale, luogo di contemplazione, fratellanza, sacrificio e gioia pura. Le Alpi piemontesi furono testimoni delle sue arrampicate ma anche delle sue meditazioni, delle sue preghiere recitate tra cielo e terra.
La gioia come testimonianza
Chi lo ha conosciuto parla di un giovane “esplosivo di gioia”. Sempre sorridente, pieno di entusiasmo, un trascinatore naturale, ma mai superficiale. La sua spiritualità era intrisa di allegria evangelica, quella che nasce da un cuore innamorato di Cristo.
«La vera carità non consiste nel dare una moneta, ma nell’amore con cui si dà», diceva. E lui non dava solo il superfluo, ma se stesso: il suo tempo, la sua energia, i suoi affetti. Faceva parte della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli e visitava i malati, i carcerati, le famiglie in miseria, spesso rientrando a casa con scarpe rotte, vestiti ceduti o soldi prestati senza ritorno.
Un giovane controcorrente
Figlio dell’editore Alfredo Frassati, senatore del Regno e fondatore de La Stampa, Pier Giorgio crebbe in un ambiente borghese, laico e colto. Ma scelse, fin da adolescente, un percorso diverso da quello del successo mondano: uno stile sobrio, povero, radicale, cristiano fino all’osso.
Studiava ingegneria mineraria al Politecnico di Torino. Appassionato di politica, aderì a movimenti cattolici (come la FUCI), partecipò a manifestazioni contro il fascismo, animato da un forte senso di giustizia e di responsabilità civile. Fu anche terziario domenicano, assumendo il nome di Fra’ Girolamo, in onore del Savonarola.
Frassati e l’amicizia
Pier Giorgio visse la fede in gruppo, in fraternità. Attorno a lui nacque una compagnia chiamata “i Tipi Loschi”, giovani legati dall’amicizia, dall’amore per la montagna e dalla voglia di vivere una vita cristiana integrale, senza compromessi, ma sempre con il sorriso. Si aiutavano a migliorarsi a vicenda, si scrivevano lettere, si confessavano le debolezze. Un modello di santità giovanile vissuta nella condivisione, ben lontano da ogni individualismo spirituale.
Una morte nascosta, un funerale profetico
Quando morì, improvvisamente, il 4 luglio 1925, la famiglia fu sconvolta. Si pensava che al funerale sarebbe venuto solo qualche parente e amico intimo. E invece, una fiumana di poveri invase le strade di Torino: erano tutti quelli che Pier Giorgio aveva aiutato in silenzio, senza mai vantarsene, spesso senza nemmeno essere riconosciuto. La sua santità era stata nascosta agli occhi dei potenti, ma nota a quelli di Dio.
Giovanni Paolo II e il profilo delle beatitudini
Il 20 maggio 1990, Giovanni Paolo II lo proclamò Beato, definendolo “l’uomo delle otto beatitudini”. Un titolo rarissimo, che indica una perfetta aderenza evangelica: “In lui la fede e la carità furono unite in modo straordinario. La gioia della vita cristiana lo rese un modello per tutti i giovani”.
Il suo corpo, incorrotto, riposa oggi nel Duomo di Torino. Così come incorrotta è l’umanità dei santi, la santità, non dimentichiamolo, è anche una “sanità”, una “salute” della nostra umanità. Il santo è una persona sana, che non ha accettato compromessi per restare integralmente umano.
Un santo per il nostro tempo
Pier Giorgio Frassati non è un santo del passato. È santo oggi, capace di parlare ai giovani di oggi. Ha vissuto pienamente la fede, ha lottato con i drammi sociali, ha amato profondamente. È santo sociale, allegro, caritatevole. Avventuroso.
La sua figura è fondamentale oggi più che mai, in un tempo in cui si cerca una fede autentica, incarnata, capace di coniugare giustizia, bellezza, sacrificio e gioia. Pier Giorgio Frassati è un santo. Un amico di Gesù, amico senza riserve, amico che ci offre la sua amicizia.
Il processo di canonizzazione è terminato, Papa Leone XIV lo proclamerà santo il prossimo 7 settembre (insieme a Carlo Acutis). Una santità giovanile, riconosciuta e proposta come modello, in un mondo spesso disilluso, individualista, spento.
Le sue parole, per noi
- “La carità non deve conoscere limiti, perché noi stessi non abbiamo limiti nel dare il nostro cuore.”
- “La fede che non è operosa è una fede morta.”
- “Amare Gesù significa amare anche il prossimo.”
- “Vivere senza fede, senza sostenere una lotta continua per la verità, non è vivere, ma vivacchiare.”
Beato Pier Giorgio Frassati, prega per noi. Insegnaci a vivere con la tua stessa gioia, la tua stessa sete di giustizia, la tua stessa passione per Gesù Cristo.
Luca Costa