La vicenda di Eluana Englaro

Facciamo ad oggi il punto. Riceviamo queste note da un nostro amico che cerca di aiutarci a comprendere quello che è in gioco nella vicenda, e come tentare di affermare il valore della vita
Autore:
Deotto, Paolo
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eluana Englaro vive da sedici anni assistita in un istituto di suore di Lecco, dopo che un grave incidente stradale l’aveva ridotta in stato di coma.
Tale situazione, non potendo Eluana Englaro alimentarsi autonomamente, ha imposto l’utilizzo del sondino naso–gastrico per immettere nel suo organismo i liquidi e le sostanze necessarie alla sua sopravvivenza.
È importante sottolineare che Eluana Englaro non soffre di alcuna patologia, ma semplicemente, come detto, non è in grado di provvedere in autonomia alla propria alimentazione. La sua situazione è paragonabile a quella di un bimbo, al quale deve essere somministrato il nutrimento, non potendo egli da solo provvedere a questa indispensabile bisogna. Anzitutto deve quindi essere chiaro che su Eluana Englaro non si sta consumando alcun “accanimento terapeutico”. Semplicemente, la si nutre, perché in caso contrario morrebbe di fame e sete.

Il padre di Eluana Englaro, nominato dal Tribunale tutore della figlia, da anni aveva richiesto all’Autorità Giudiziaria (Tribunale di Lecco, Corte d’Appello di Milano e Corte di Cassazione) di essere autorizzato alla sospensione dell’alimentazione tramite sondino, asserendo che la figlia, quando ancora era cosciente, avrebbe affermato (vedendo un amico in coma) che “lei non avrebbe mai voluto vivere in quel modo”.

Dopo vari passaggi giudiziari, nel corso dei quali era sempre stata negata l’autorizzazione richiesta dal padre, si arriva al 9 luglio di quest’anno, quando la Corte d’Appello di Milano, alla quale la causa era stata rimandata dalla Cassazione, autorizza il padre all’interruzione dell’alimentazione.

Da quel momento sono state moltissime le iniziative a difesa della vita di Eluana Englaro, e non le elenco in questa sede, perché a tutti note. Inoltre contro la sentenza ricorre la Procura Generale di Milano e presenta un esposto-denuncia il prof. Palmaro, presidente del Comitato Verità e Vita. Il parlamento solleva davanti alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione, sostenendo che la magistratura ha di fatto svolto attività normativa (di competenza esclusiva del parlamento), poiché ha agito su una materia non regolata dalla legge.

È da notare che la sentenza dei giudici di appello di Milano si traduce in realtà nella condanna a morte di una persona, oltretutto col sistema crudelissimo di farla morire di fame e di sete. Si giungerebbe all’assurdo giuridico per cui giudici civili condannano a morte, in uno Stato in cui la pena di morte non esiste, per colpe inesistenti, una persona che è viva, seppur in coma, che ha solo bisogno di essere nutrita e accudita. È anche da sottolineare che le suore che accudiscono Eluana Englaro hanno supplicato di non commettere questo crimine, essendo loro intenzione continuare ad assistere questa persona, che per loro è ormai “di famiglia”.

Non può non lasciare stupiti l’accanimento con cui il padre si batte per la morte di questa figlia, della quale oltretutto non ha nemmeno più l’onere della cura, essendo questa esercitata, come detto, dalle suore.

Per quanto concerne Storia Libera, mi limiterò qui a elencare alcune delle principali iniziative adottate in questa prima fase (mese di luglio).

Orbene, sui forum di Storia Libera, cliccando su http://www.storialibera.it/forum/viewtopic.php?f=14&t=233&st=0&sk=t&sd=a&start=20 si potrà leggere la lettera di sei professori di diritto penale, che fanno notare come l’eventuale distacco del sondino naso–gastrico configurerebbe il reato di omicidio volontario, non potendo certo considerarsi un esimente il provvedimento giudiziario già sopra citato. Sotto lo stesso link venne pubblicato l’esposto denuncia del prof. Palmaro (comitato Verità e Vita), nonché la lettera scritta dal sottoscritto alle Autorità di Polizia (Ministro dell’Interno, Capo della Polizia e Questori delle province interessate). Il sottoscritto sollecitava l’autorità di Polizia a intervenire in difesa di persona inabile la cui vita era minacciata.
Ricordo che in tale occasione ricevetti anche una telefonata, molto cortese, da parte di un funzionario dell’Ufficio di Gabinetto della Questura di Milano, che mi fece solo presente la gran confusione che regnava sul caso, chiedendo (lui a me!) cosa avrebbe mai potuto fare la Polizia. Io mi limitai a dire che, come cittadino libero e cosciente, avevo fatto presente alle autorità preposte alla Sicurezza Pubblica la grave minaccia contro la vita di una persona inferma.

Naturalmente queste iniziative avevano lo scopo di tenere viva l’attenzione sulla vicenda, sperando che nel frattempo altre novità (ad esempio, l’accoglimento del ricorso della Procura Generale) potessero salvare la vita di Eluana Englaro.

Come noto, le novità recenti sono state invece cattive: la Corte Costituzionale ha deciso di non decidere sul conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento e la Cassazione ha addirittura rigettato la richiesta di sospensiva dell’esecutività “provvisoria” della sentenza della Corte d’Appello di Milano. È appena il caso di sottolineare che parlare in questa materia di esecuzione “provvisoria” è addirittura grottesco, perché questa provvisorietà si tradurrebbe nell’uccisione della persona oggetto del provvedimento. Infine, il giorno 11 novembre la Cassazione si riunirà per discutere in via definitiva il ricorso della Procura Generale. Quanto all’esposto-denuncia del Comitato Verità e Vita, non mi risulta che a tutt’oggi abbia avuto alcuna risposta.
Se la Cassazione confermerà la sentenza della Corte d’Appello, dal giorno 11 novembre Eluana Englaro potrà essere uccisa. Grazie al Cielo finora un ostacolo perdura, ed è quello posto dalla Regione Lombardia, che ha dichiarato che nessuna struttura sanitaria regionale può accogliere Eluana Englaro per ucciderla.

Queste tristi novità mi hanno spinto a riprendere l’argomento sui forum di Storia Libera: http://www.storialibera.it/forum/viewtopic.php?f=14&t=233&start=90 e sul mio blog:
http://deotto.blogspot.com/2008_10_01_archive.html, con in più un’aggiunta non secondaria. Abbiamo infatti ripreso una proposta fatta già in luglio da due nostri amici avvocati, Carlo Cigolini e Luigi Torre, di Genova. Si tratta di un’ipotesi di decreto-legge, con articolo unico, che permetterebbe di bloccare l’uccisione di Eluana Englaro. Ho anche indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio. Abbiamo fatto ciò per sottolineare che, se c’è la volontà politica, esistono comunque i mezzi giuridici per bloccare lo scempio minacciato.

Il timore mio e degli amici che mi seguono in questa vicenda è che, con giornali e televisione intasati da notizie sulla crisi finanziaria ed economica, sulle presidenziali in America, e sul rinnovellarsi di scioperi, cortei, ecc., possa passare sotto silenzio un’eventuale sciagurata esecuzione di quel provvedimento giudiziario, peraltro illegittimo, ma che può servire come “giustificativo” (da morale laicista) a quanti (padre in testa!) vogliono uccidere Eluana Englaro, in nome di un concetto di “libertà” a dir poco folle, devastato e devastante.

Mi pare che per ora non vi sia altro da dire sul caso in oggetto. C’è solo da pregare e sperare. Ma c’è anche da far rumore, il più possibile, tanto più che forniamo ai nostri politici la dimostrazione che, se si vuole, è possibile salvare Eluana Englaro e anche fermare una magistratura che ormai appare sempre più convinta della propria onnipotenza.