Spagna, meglio scimpanzé che tori, per ora
Con quest’animalismo spinto non sappiamo certo dove si arriverà.- Autore:
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Come avrete di certo già sentito nei giorni scorsi in Spagna la commissione Ambiente ha deciso che i grandi primati - oranghi, gorilla, scimpanzé - hanno alcuni diritti umani. Alla vita, alla libertà, al non essere maltrattati fisicamente e psicologicamente. E c’è già chi parla di istituire delle comunità su misura per i primati.
“Questa è una giornata storica nella lotta per i diritti degli animali che passerà senza dubbio alla storia dell’umanità”,ha detto Pedro Pozas, responsabile per la Spagna del “Progetto Grandi Primati”, e ha pienamente ragione, la storia è piena di giornate storiche che hanno stravolto la società e arrecato grandi danni all’umanità.
Scopo di questa benevolenza nei confronti dei primati è proteggere la specie dal rischio estinzione, assicurarsi che non siano utilizzati per esperimenti, o ridotti in schiavitù.
E su questo, infatti, sono stati d’accordo anche i Popolari di Rajoy, che hanno votato le mozioni relative all’estinzione, astenendosi sulle altre. Per il Governo spagnolo, ora, ci sono quattro mesi di tempo per recepire la decisione del Parlamento.
Fosse solo questo, bastava fare una legge come quella che difende i Panda o i cani abbandonati sotto il sole estivo, ma la Spagna ha voluto fare molto di più.
Dietro a tutta questa benevolenza nei confronti delle scimmie c’è ben altro, c’è il desiderio di plasmare una Spagna dove “tutto è possibile” si divorzia in modo velocissimo, si abortisce con termini più “larghi” che in altri paesi, le coppie gay si sposano, la fecondazione assistita è libera, e allora perché non calcare la mano?
“Condividiamo più del 95% del nostro patrimonio genetico con i grandi primati - ha detto qualche tempo fa il deputato socialista Francisco Garrido - È tipico delle persone di buona famiglia essere orgogliosi delle proprie origini”.
Quello che sta accadendo in Spagna, ma per altri versi quello che sta accadendo anche in altri paesi assomiglia alla deriva di un uomo che non sa più chi è, di un’umanità che vuol fare a meno di Dio, e per fare ciò si sostituisce a lui.
Il passo prossimo, sarà quello di decidere che il mio cane ha i miei stessi diritti, per il fatto che quando torno a casa mi porge con la bocca la palla da tennis perché vuole giocare con me, pertanto potrebbe essere ritenuto lesivo della sua dignità il fatto che io non gli permetta di accedere all’interno della mia casa, ma che gli abbia riservato uno spazio in cortile, una cuccia senza aria condizionata e senza riscaldamento.
Del resto Isabella Lattes Coifmann. Etologa, scomparsa nel 2006, che intraprese alla fine degli anni Trenta pionieristici studi di zoologia, insomma una che ha iniziato prima di Piero Angela, nei suoi libri ha sempre ipotizzato questa parità, tra uomini e animali, tra l’uomo e il bonobo, una specie di scimpanzé che ha comportamenti sociali simili a quelli umani.
E se uno scimpanzé ha i nostri stessi diritti, se lui è come noi, perché non prevedere il matrimonio tra questi “parenti”? Che caspita, il Bonobo bacia alla francese, si accoppia non solo per riprodursi, con modalità di approccio frontale simile all’uomo, perché discriminarlo?
Siamo davvero al delirio, un delirio che chiamiamo libertà, diritto, ma che in realtà ha lo scopo di eliminare l’unicità dell’uomo, come se quel 5% che ci differenzia dalle scimmie fosse cosa insignificante, se ciò che ci definisce uguali, fosse solo lo stupore di fronte al cibo, la ricerca di appagamento sessuale, la capacità di costruire utensili di uso comune, e così si finisce con il difendere le scimmie e non gli embrioni, con l’indignarsi per i tori che corrono a Pamplona e non per i bambini che chiedono l’elemosina nella metropolitana, per difendere il diritto alla vita delle scimmie e non quello dei bambini disabili, per indignarsi per la sperimentazione sugli scimpanzè e non per quella sugli embrioni umani.
Fermiamoci,
Fermiamoci prima che sia troppo tardi, potrebbe essere un segno di superiorità dell’uomo, che diamine!