Milano: Gemelline uccise “per errore”
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Chiamiamo le cose con il loro nome.
Aborto selettivo.
E’ la pratica per cui se una donna si accorge che il figlio che aspetta, che ha desiderato e atteso, non è perfetto, può provvedere ad ucciderlo.
Questa pratica è talmente entrata a far parte della mentalità comune, che quando vedono il ragazzo down che vive con noi spesso chiedono “ma la sua mamma non ha fatto l’amniocentesi?”
Tradotto, “è nato perché non sapevano che sarebbe stato down?”
Se aspetti un figlio ed hai più di 35 anni e non ti sottoponi all’amniocentesi, fai la figura della retrograda, della bigotta fatalista che si affida a quel “che Dio vorrà”.
Sia chiaro, scoprire le malattie del nascituro prima che questo venga al mondo, a volte serve ad intervenire con tempestività, a salvargli la vita, ma non nascondiamoci dietro alle buone intenzioni, il più delle volte serve a eliminarlo “per non farlo soffrire s’intende”.
Così è capitato a Milano, ospedale San Paolo.
Una coppia attende due gemelline, arrivata alla diciottesima settimana di gestazione, scopre che una delle due ha un’alterazione cromosomica. I genitori allora decidono di sopprimere la gemellina non “sana”.
Ma il destino è baro, la scienza è in mano agli uomini e gli uomini sbagliano.
Così per errore viene soppressa la gemellina sana.
Che fare?
La coppia decide di sopprimere anche l’altra figlia.
Fine.
In cielo ci sono due angeli, e sulla terra degli uomini che hanno creduto di poter decidere della vita di altri esseri umani.
Medici che praticano l’aborto selettivo e credono di eliminare il male dal mondo, genitori che temono la fatica del crescere un figlio “speciale” e non sanno che la maternità e la paternità donano una forza e un coraggio che da soli non ci sappiamo dare.
Vi rendete conto? Siamo arrivati a questo e lo chiamiamo gesto d’amore, tragica fatalità.
Invece è ABORTO SELETTIVO, come accade in Cina per i feti femmina, come accadeva nei lager.