Gianluca Pessotto
Ha deciso di morire ma è grato d’essere vivo- Autore:
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Ma lo avete visto in TV Gianluca Pessotto.
Pessotto, lo ricordate?
L’ex giocatore della Juve e della Nazionale che mesi fa si buttò dal tetto della sede della Juventus, stringeva tra le mani la corona del rosario e nessuno ha saputo bene perché volesse farla finita con la vita.
Lo ha salvato “il caso”, se vi va chiamatelo così, ma assomiglia ad altro, non tutti quelli che si buttano da più di venti metri d’altezza se la cavano, lo ha salvato la medicina, che a volte riesce ad avere la meglio anche sulle situazioni più disperate come la sua, e come lui stesso ha detto, lo ha salvato riscoprire la gioia delle piccole cose, gli affetti veri, attorno a lui c’erano persone che non vedeva, che lo amavano e che lui non riusciva a sentire partecipi del suo dolore.
Non ho potuto fare a meno di pensare che uno che si butta come lui, esprime inequivocabilmente la voglia di farla finita, secondo i sostenitori dell’eutanasia, ad uno come lui, prestare soccorso è un delitto, è impedirgli di esercitare la libertà di scelta.
Uno che si vuole suicidare, è chiaro che ha scelto quale sia il momento per porre fine all’esistenza.
Eppure, guardando Gianluca Pessotto, non mi è sembrato davvero uno a cui è stato impedito l’esercizio della libertà.
Perché l’uomo è fatto per la vita, per la lotta, per la fatica, quello che lo uccide è l’indifferenza e la solitudine.