2024 08 28 Attenzione e preghiera per i fratelli

BURKINA FASO - Oltre 150 morti in uno degli attacchi più mortali nella storia del Burkina Faso NIGERIA - Le comunità di tre stati nigeriani subiscono violenza e rapimenti NICARAGUA - tasse su elemosine e donazioni della Chiesa
PAKISTAN - A un anno: violenza sui cristiani di Jaranwala, l’urgenza di giustizia
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BURKINA FASO - Oltre 150 morti in uno degli attacchi più mortali nella storia del Burkina Faso
Il vescovo di Kaya chiede una giornata di lutto e tre giorni di preghiera per le vittime.

Il 24 agosto, la città di Barsalogho in Burkina Faso è stata bersaglio di un attacco terroristico che ha ucciso più di 150 persone, tra cui 22 cristiani, secondo fonti locali in contatto con l’organizzazione benefica cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN). Si è trattato del terzo attacco di questo mese e di uno dei più sanguinosi nella storia del paese, che soffre di terrorismo islamista dal 2015.

Secondo diversi resoconti dei media, gli abitanti della comunità di Barsalogho, circa 30 km a nord di Kaya, capoluogo della regione Centro-Nord, stavano scavando trincee difensive per proteggersi dagli attacchi terroristici, quando più di 100 jihadisti sono comparsi in motocicletta e hanno aperto il fuoco con armi automatiche su civili e soldati. Tra le vittime si dice che ci siano donne, bambini e anziani.
Fonti locali hanno riferito ad ACN che il numero dei morti è stato così elevato che non è stato possibile seppellire tutte le vittime negli ultimi tre giorni.

Il vescovo Théophile Nare, della diocesi di Kaya, ha descritto l’incidente come una “tragedia di proporzioni senza precedenti dall’inizio degli attacchi terroristici”. In un messaggio ai fedeli il giorno dopo il devastante attacco, ha espresso la sua solidarietà ai parenti e ha chiesto una giornata di lutto per il defunto mercoledì 28 agosto.

Questo ultimo massacro solleva nuovi e seri interrogativi sulla sicurezza nel paese. Si dice che l’attacco sia durato ore ed è stato il terzo in appena un mese in Burkina Faso. In precedenza, due attacchi terroristici erano stati effettuati nella provincia di Nayala nella regione di Boucle du Mouhoun. Il 4 agosto, uomini armati sarebbero entrati nel villaggio di Nimina e avrebbero rapito oltre 100 uomini di età compresa tra 16 e 60 anni, la cui attuale ubicazione è sconosciuta. Il 20 agosto, fonti locali hanno riferito ad ACN di attacchi nei villaggi di Mogwentenga e Gnipiru, dopo i quali parte della popolazione è fuggita.

Questa ultima ondata di violenza fa parte di una tragica serie di attacchi che, dal 2015, ha fatto sprofondare il Burkina Faso in una profonda crisi. A causa della crescente brutalità e frequenza di questi attacchi, il paese si trova in uno stato persistente di insicurezza e paura.
(di Sina Hartert ACN Interenational 27 agosto 2024)

NIGERIA - Le comunità di tre stati nigeriani subiscono violenza e rapimenti
Nelle ultime settimane, le comunità cristiane di tre stati nigeriani hanno subito gravi attacchi da parte degli estremisti islamici Fulani.

Nello stato di Kaduna, la violenza ha raggiunto le comunità cristiane nelle contee di Ikara e Kabau. Il 14 agosto, estremisti islamici hanno attaccato Angwan Tube nel distretto di Kurmin Kogo, contea di Ikara, rapendo due cristiani e ferendone uno. La sera successiva, la comunità Dogon Fako nello stesso distretto ha subito un’aggressione simile, con altri due rapimenti, tra cui il reverendo Bitrus Inusa della Comunione anglicana.

La violenza si è estesa all’area del governo locale di Kabau, dove due settimane fa gli estremisti hanno preso di mira Unguwar Galadima Toka nel distretto di Kargi, rapendo un pastore e un altro membro della comunità. Sebbene il pastore sia stato rilasciato dopo il pagamento di un riscatto, la violenza è continuata con un successivo attacco a Kwankwarmin Gedage il 17 agosto, che ha portato al rapimento di un altro pastore e di altre due persone.

La situazione rimane disperata anche nel sud-est. Il 15 agosto, estremisti islamici Fulani hanno rapito cinque studenti cristiani dell’Enugu State College of Health Technology nell’area del governo locale di Oji River. Questo incidente ha coinciso con un attacco estremista Fulani in cui sono stati rapiti 20 studenti di medicina e odontoiatria delle università di Jos e Maiduguri sulla strada Otukpo-Enugu.

Ben Bini, un leader cristiano di Kaduna City, ha condiviso le sue preoccupazioni sui recenti attacchi con International Christian Concern (ICC), evidenziando una preoccupante tendenza alla violenza mirata contro il clero e le comunità cristiane. Ha esortato il governo nigeriano a prendere misure decisive per salvare gli individui rapiti e prevenire ulteriori attacchi.

Oltre alla violenza mirata contro le comunità cristiane, gli agricoltori Rigwe di Miango, nella contea di Bassa nello stato di Plateau, affrontano continue minacce che mettono a repentaglio i loro mezzi di sostentamento agricoli. Il 23 luglio, estremisti Fulani hanno devastato una fattoria a Miango, distruggendo i raccolti di mais e soia. Un mese dopo, il 23 agosto, la stessa fattoria è stata nuovamente attaccata, con conseguente perdita completa dei raccolti.
Tali attacchi, che sono continuati negli ultimi cinque anni, riflettono una crisi più ampia che colpisce gli agricoltori Rigwe. Le richieste di pace da parte dei capi Fulani e Rigwe, così come del Peace Implementation Committee, e gli sforzi per frenare la violenza non hanno avuto alcun effetto.
(26/08/2024 International Christian Concern)

NICARAGUA - tasse su elemosine e donazioni della Chiesa
Nuove misure in Nicaragua nei confronti della Chiesa cattolica. L’ultima decisione del governo del presidente Daniel Ortega applica il regime fiscale dell’economia privata anche alle istituzioni religiose

Il governo di Managua amplia il controllo pubblico su tutte le attività in Nicaragua, soprattutto religiose. Dopo gli arresti di vescovi e sacerdoti, le espulsioni di preti e suore, la cancellazione di 1500 ong, di cui molte cattoliche, e l’assorbimento dei loro beni, ora viene varata l’imposizione di tasse su quegli introiti che normalmente consentono a parrocchie, scuole e altre istituzioni di realizzare importanti iniziative nei campi dell’istruzione, umanitario e religioso: le donazioni dei fedeli.

Radicali cambiamenti per la Chiesa
Di fatto è stato abrogato un articolo di legge che garantiva protezione fiscale alle istituzioni religiose, grazie alla limitazione del pagamento dell’imposta sul reddito e sulle attività economiche. Ora, invece, tutte le Chiese di qualsiasi denominazione saranno soggette ad un regime tributario simile a quello del settore economico privato che fa del legittimo profitto lo scopo della sua attività. Offerte, elemosine e donazioni dei fedeli saranno, dunque, soggette al pagamento dell’imposta sul reddito con aliquote comprese tra il 10 e il 30 per cento. Si calcola che l’eliminazione delle esenzioni fiscali possa avere un grave impatto sulla capacità di finanziare iniziative e operare la trasformazione delle strutture amministrative con l’assunzione di nuovi obblighi istituzionali, come, ad esempio, la realizzazione di uffici di controllo gestiti da contabili pubblici certificati.

La preoccupazione dell’Onu
Il controllo pubblico assoluto su tutte le attività associative, economiche o meno, sta avvenendo in Nicaragua sotto l’occhio attento della comunità internazionale. In particolare, l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha espresso “profonda preoccupazione” per la recente chiusura di oltre 1500 ong tra le quali “almeno 700 religiose”. Lo riferisce un comunicato dell’organismo dell’Onu, in cui si afferma che l’iniziativa del governo di fatto “attenta contro la libertà di religione e la libertà di associazione”. In particolare si chiede che vengano “garantite e protette le libertà fondamentali” della persona. (Giancarlo La Vella – RV 22 agosto 2024)

PAKISTAN - A un anno: violenza sui cristiani di Jaranwala, l’urgenza di giustizia

Funzionari governativi, organizzazioni della società civile e membri della comunità cristiana hanno ricordato e celebrato il primo anniversario della violenza avvenuta a Jaranwala, cittadina nel Punjab pakistno, il 16 agosto 2023. Dopo l’accusa di presunta blasfemia a carico di un cristiano locale, oltre venticinque chiese e centinaia di case di cristiani furono saccheggiate e date alle fiamme, lasciando centinaia di famiglie traumatizzate, e prive di tutto ciò che possedevano. Come ricorda la “Cecil & Iris Chaudhry Foundation” di Lahore, attiva nel sostegno alle famiglie colpite, “un anno dopo i tragici fatti, la giustizia rimane sfuggente”.
Nell’incontro organizzato a Lahore dalla Fondazione, gli esperti hanno discusso varie questioni, come l’attuazione dell’articolo 10 della Costituzione, che garantisce un giusto processo a tutti i cittadini; l’articolo 25, che sostiene l’uguaglianza di cittadinanza di fronte alla legge; l’articolo 36, che garantisce la protezione dei diritti delle minoranze religiose in Pakistan.
Gli esponenti di varie organizzazioni della società civile intervenuti hanno anche espresso le loro preoccupazioni per la crescente situazione di estremismo, rimarcando la responsabilità dello Stato nel proteggere confronti dei segmenti vulnerabili della società.
L’incontro ha anche presentato testimonianze delle vittime di Jaranwala, che continuano a soffrire di discriminazione sociale, economica e religiosa a seguito degli attacchi. Un fattore molto importante da valutare, si è notato, è il danno e il trauma psicologico, che viene di rado considerato. Un esperto di salute mentale ha condiviso approfondimenti sugli effetti di tali incidenti su gruppi vulnerabili, in particolare su donne e bambini, e ha discusso i modi per affrontare queste sfide per ripristinare la fede nell’umanità e aiutare le vittime a ricostruire le loro vite. I partecipanti hanno chiesto un’azione urgente e hanno discusso su possibili soluzioni per prevenire tali tragedie in futuro, unendosi nella di richiesta giustizia per le vittime di Jaranwala.
Michelle Chaudhry, cattolica, presidente della Cecil & Iris Chaudhry Foundation (CICF) ha affermato: “Un anno dopo la violenza, a Jaranwala si soffre ancora. In quel giorno sfortunato a Jaranwala non hanno solo bruciato case e chiese, hanno bruciato i principi dell’umanità, hanno bruciato la speranza, la fiducia e i sogni. Hanno bruciato il Pakistan di Ali Jinnah e nessuno dei colpevoli è stato portato di fronte alla giustizia. È evidente che lo Stato ha fallito nel proteggere le famiglie cristiane di Jaranwala. È giunto il momento che le autorità svolgano il loro ruolo nel proteggere le vite e le proprietà di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro fede. I responsabili di questi folli atti di violenza devono essere giudicati secondo la legge. Non possiamo permettere che ciò continui; l’impunità di fronte alla violenza in Pakistan deve finire”.
“Colgo questa opportunità per ringraziare tutti i nostri amici in Pakistan e in tutto il mondo: la loro generosità ci ha permesso di fornire ogni possibile assistenza alle famiglie traumatizzate di Jaranwala”, ha aggiunto la Michelle Chaudhry, ribadendo che la sua organizzazione rimane impegnata contro l’ingiustizia, l’intolleranza religiosa e la violenza contro gli oppressi nella società.
(PA) (Agenzia Fides 26/8/2024)