2024 07 31 LAOS - Persecuzioni cristiane nel Laos: ucciso pastore evangelico

LAOS - Persecuzioni cristiane nel Laos: ucciso pastore evangelico
NICARAGUA - arrestato il sacerdote successore di monsignor Álvarez Lagos
CINA - “Bitter Winter” ottiene un documento segreto sulla repressione della Chiesa di Dio Onnipotente
NAGORNO-KARABAKH - Chiese, cimiteri, croci. Gli azeri polverizzano il patrimonio armeno
PAKISTAN - Rapporto: almeno 70 violenze contro i cristiani pachistani nei primi 6 mesi del 2024
PAKISTAN - TESTIMONIANZA di SPERANZA
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Vai a "Cristiani perseguitati. Memoria e preghiera"

LAOS - Persecuzioni cristiane nel Laos: ucciso pastore evangelico
Thongkham Philavanh, 40 anni, è stato assassinato nella sua casa, nel villaggio di Vanghay. Soccorso dalla moglie, è morto all’arrivo in ospedale. Nel 2022 l’omicidio del pastore Sy Sengmany, caso tutt’ora irrisolto. Una parente di Philavanh: “Gruppi di persone non amano ciò che faceva”.

Nel Laos, Stato comunista a partito unico con una popolazione prevalentemente buddista, non sono rare le persecuzioni contro i cristiani. Martedì sera Thongkham Philavanh, 40 anni, pastore cristiano khmu, gruppo etnico presente nel Laos settentrionale, è stato assassinato da due uomini mascherati che, stando ad alcune dichiarazioni, guidavano motociclette, ma non si è stati in grado di comprenderne la provenienza. Due colpi di arma da fuoco hanno colpito Philavanh nella sua casa nel villaggio di Vanghay, provincia di Xai. Il pastore è stato subito soccorso dalla moglie, che lo ha portato all’ospedale provinciale, dove al suo arrivo ha perso la vita. Sono in corso le indagini della polizia e al momento non è chiaro l’esatto movente.

L’omicidio di Thongkham Philavanh, i cui funerali si celebreranno domani, 27 luglio, presso il cimitero del villaggio, ricorda il triste attentato alla vita del 2022 di un altro pastore cristiano, Sy Sengmany, trovato morto nei pressi di una foresta nella provincia di Khammouane. Precedentemente l’accaduto due uomini avevano visitato la sua casa e le autorità del villaggio gli avevano intimato di interrompere le sue attività religiose. Il caso rimane irrisolto e sottolinea quanto in Laos negli ultimi anni siano aumentate le violenze contro la comunità cristiana, aggravate dal controllo delle autorità comuniste locali, dalla distruzione di case e dalla chiusura di chiese, che hanno forzato il ritrovo delle assemblee presso le abitazioni private, per mezzo di incontri considerati tecnicamente “illegali”. Queste aggressioni e discriminazioni avvengono nonostante una legge nazionale protegga il libero esercizio della fede. Ma chi pratica il cristianesimo è comunque oggetto di sospetto da parte delle autorità e preso di mira su diversi livelli. (...)
(AsiaNews 26/07/2024)

NICARAGUA - arrestato il sacerdote successore di monsignor Álvarez Lagos
Don Valle, il religioso imprigionato, di 80 anni, è il responsabile della diocesi di Estelí. Annullate anche tre ordinazioni sacerdotali.

Un sacerdote di 80 anni, don Frutos Valle, è stato arrestato in Nicaragua. A renderlo noto il sito “100% Noticias” che cita l’avvocato del religioso, nominato responsabile della diocesi di Estelí dopo l’arresto e poi il trasferimento all’estero di monsignor Rolando José Álvarez Lagos.

Annullate ordinazioni sacerdotali
Inoltre «non sono chiari» i motivi per cui è stata cancellata l’ordinazione sacerdotale del diacono Wendell Fuentes Chavarría, programmata per sabato scorso nella cattedrale di Nostra Signora del Rosario, sempre ad Estelí. A comunicarlo lo stesso diacono, in una lettera ai fedeli della diocesi, riportata dal quotidiano locale “La prensa”. Secondo il giornale, lo stesso provvedimento è stato disposto per altri due diaconi, Kellyn José Martínez Rayo e Ervin Joel Hernández.
(Vatican News 29 luglio 2024)

CINA - “Bitter Winter” ottiene un documento segreto sulla repressione della Chiesa di Dio Onnipotente
Sulla base di un testo riservato del 2020, è stato chiesto ai tribunali di interpretare ampiamente le disposizioni di legge per imporre pene detentive più severe ai devoti.

Di recente, “Bitter Winter” ha ricevuto un documento segreto e precedentemente sconosciuto emesso nel luglio 2020 dalla Corte Suprema del Popolo, dalla Procura Suprema del Popolo e dal Ministero della Pubblica Sicurezza della Cina. Il documento, intitolato “Opinioni guida sulla punizione legale delle attività criminali del ‘Dio Onnipotente’ Xie Jiao “ (di seguito denominato “Opinioni guida”), afferma di essere stato creato per reprimere “in modo efficiente” e “severo” la Chiesa di Dio Onnipotente (CAG). Incarica tribunali, procure e organi di pubblica sicurezza di “coordinarsi tra loro, utilizzare appieno le disposizioni legali esistenti e condurre attacchi precisi, efficienti e legali”. Il documento afferma esplicitamente che le Opinioni guida devono essere mantenute riservate e “non possono essere citate nei documenti legali”.

Dieci mesi prima dell’emissione di questo documento, la Commissione centrale per gli affari politici e legali ha emanato una direttiva riservata, richiedendo a tutte le istituzioni, compresi gli organi di pubblica sicurezza, le procure e i tribunali, di rafforzare la cooperazione e lanciare una “guerra globale” per “distruggere completamente” la CAG a livello nazionale. Di conseguenza, il numero di devoti della CAG condannati è aumentato in media del 26% all’anno per quattro anni consecutivi. La percentuale di coloro che sono stati condannati a tre anni o più è salita dal 37% nel 2019 al 47% nel 2023, raggiungendo il picco del 53% nel 2022, con la pena massima che ha raggiunto i 15 anni.
(di Jiang Tao 29 luglio 2024 Bitter Winter)

Riportiamo l’inizio dell’articolo di TEMPI del 23.07.2024 di Rodolfo Casadei

NAGORNO-KARABAKH - Chiese, cimiteri, croci. Gli azeri polverizzano il patrimonio armeno

Chiese, cimiteri, croci. Gli azeri polverizzano il patrimonio armeno in Nagorno-Karabakh
I bulldozer dell’Azerbaigian falciano lapidi e khachkar, da Shushi a Berdzor sono stati rasi al suolo luoghi sacri e rimosse le croci, a Stepanakert vengono intitolate vie agli autori del genocidio. Il terribile rapporto del Centro europeo per la legge e la giustizia




La cattedrale di Ghazanchetsots a Shushi in una foto del 2020. Oggi molti simboli religiosi sono stati rimossi dalla chiesa, inclusi gli angeli sul portale dell’edificio, le cupole e le croci (Ansa)

L’Azerbaigian sta sistematicamente eliminando il patrimonio culturale armeno presente nella regione del Nagorno-Karabakh, occupata dagli azeri a seguito di due guerre nel 2020 e nel 2023. A lanciare l’allarme è un rapporto del Centro europeo per la legge e la giustizia (Eclj) di Strasburgo intitolato L’effacement systématique du patrimoine chrétien arménien dans le Haut-Karabakh, basato su dati satellitari forniti da Caucasus Heritage Watch e da Monument Watch.
Secondo ricerche convergenti, il Nagorno-Karabakh (conosciuto come Artsakh dai suoi 120 mila abitanti armeni, fuggiti in massa a seguito dell’occupazione azera del settembre 2023) ospita circa 500 siti culturali che custodiscono 6 mila vestigia del patrimonio storico armeno. La cancellazione di questo patrimonio – costituito principalmente da chiese, monasteri, cimiteri e khachkar (le famose stele di pietra su cui sono scolpite croci ed altre decorazioni ed iscrizioni) – è cominciata dopo l’occupazione da parte azera del 70 per cento del territorio controllato dall’allora Repubblica dell’Artsakh all’indomani del cessate il fuoco del 10 novembre 2020, ed è proseguita dopo la definitiva vittoria azera del 19-20 settembre 2023.
Stando a dati raccolti da Caucasus Watch, prima dell’offensiva del settembre 2023 l’Azerbaigian aveva già danneggiato o distrutto 20 siti storici, mentre altri 24 risultavano minacciati. Osservazioni satellitari e testimonianze locali permettono oggi di lanciare l’allarme su un gran numero di siti in corso di smantellamento, danneggiati o completamente distrutti. La chiesa di San Sergio di Hadrut a Mokhrenes del XVIII secolo è stata completamente distrutta nel marzo 2022, quindi nel settembre 2023 gli azeri hanno completamente ripulito il terreno e hanno iniziato a costruire una nuova struttura sul sito su cui sorgeva la chiesa. La chiesa di San Giovanni Battista a Shushi, nota come “la chiesa verde”, danneggiata dalle bombe azere durante il conflitto del 2020 risulta ora completamente rasa al suolo secondo immagini satellitari del 4 aprile scorso.(...)

PAKISTAN - Rapporto: almeno 70 violenze contro i cristiani pachistani nei primi 6 mesi del 2024
Dopo Jaranwala non cessano le violenze contro i cristiani in Pakistan. Il rapporto “Persecution Watch” rilasciato dall’ong Dignity First elenca i casi di 140 famiglie colpite nella prima metà del 2024. Attacchi non sono solo fisici, ma anche economici, mentre continuano le condanne e gli arresti per presunta blasfemia.

Dignity First, organizzazione per la difesa dei diritti umani, esorta i governi federale e provinciale a garantire la protezione dei cristiani in Pakistan. Dopo le violenze dello scorso agosto contro la comunità cristiana di Jaranwala, nel Punjab, il Paese ha assistito a una ulteriore ondata di violenza e odio contro i cristiani nella prima metà dell’anno 2024. Dignity First ha diffuso il rapporto “Persecution Watch”, basato su una ricerca sulla persecuzione dei cristiani nei primi 6 mesi dell’anno in corso, che evidenzia attacchi violenti, episodi di discriminazione, uccisioni, torture, rapimenti, violenze sessuali, accaparramento di terre, sfratti, conversioni forzate basate sulla fede e accuse di blasfemia contro i cristiani.

In una dichiarazione alla stampa, Yousaf Benjamin, direttore esecutivo di Dignity First, ha affermato che le azioni avanzate negli ultimi 6 mesi (da gennaio a giugno 2024) sono allarmanti e che, pertanto, le autorità devono adottare misure pratiche immediate per garantire protezione e libertà religiosa ai gruppi minoritari. Benjamin ha rivelato che in sei mesi ci sono stati oltre 70 violenze, che hanno colpito più di 140 famiglie cristiane sulla base della loro identità religiosa. Ci sono stati 5 attacchi violenti solo nella provincia del Punjab. Di questi 5 attacchi, 3 hanno colpito famiglie cristiane e altri 2 hanno preso di mira le chiese.

Il rapporto evidenzia inoltre che 8 operatori sanitari cristiani hanno subito discriminazioni sul posto di lavoro e hanno perso la vita a causa della mancanza di kit di sicurezza, 5 nel Punjab e 3 nel Sindh. Una coppia cristiana impegnata in un lavoro di pulizia è rimasta ferita quando un’auto li ha investiti mentre stavano pulendo una strada a Lahore. Poi, a Faisalabad e Sheikhupura sono stati negati gli stipendi di 3 mesi ai dipendenti dei dipartimenti di igiene. Un annuncio di lavoro discriminatorio è stato pubblicato sui giornali del Khyber Pakhtunkhwa, in cui si afferma che “solo i cristiani” possono fare domanda per i lavori di pulizia. In un altro incidente, uno studente cristiano ha dovuto lasciare un’università privata perché maltrattato e discriminato per la sua identità religiosa a Lahore. Dei 15 uomini uccisi per la loro fede cristiana, 13 provenivano dal Punjab e 2 da Quetta, nel Balochistan. Cinque deceduti avevano meno di 25 anni. Inoltre, 12 sono stati torturati in 6 distretti del Punjab, di cui 6 uomini e 6 donne.

Tre casi su quattro di accaparramento di terre e sfratti sono stati riportati in Punjab e uno in Sindh. Questi incidenti hanno causato la vittimizzazione di oltre 70 famiglie cristiane. Di questi 4, 2 erano contro le famiglie cristiane e in altri due casi sono state prese di mira le proprietà della Chiesa. Secondo il rapporto, sono state rapite 7 persone, tra cui 5 ragazze, un pastore e un bambino di 4 anni. Tre ragazze e un ragazzo minorenne sono stati abusati sessualmente in Punjab e una ragazza di Khyber Pakhtunkhwa. È stato inoltre rilevato che 2 su 3 ragazze abusate sessualmente avevano problemi mentali. Secondo i dati raccolti da Dignity First, 8 ragazze cristiane di età compresa tra gli 11 e i 16 anni si sono convertite con la forza dopo il rapimento e le molestie sessuali. Di queste 8 vittime, 7 provenivano dal Punjab e 1 dal Sindh. Un ragazzo cristiano di 13 anni è stato costretto a ingerire una sostanza tossica dopo essersi rifiutato di abbracciare l’Islam a Lahore.

Sei cristiani sono stati arrestati per presunta blasfemia, tra cui due donne in Punjab. Secondo i rapporti, una donna era mentalmente instabile, mentre un cristiano è morto dopo essere stato torturato da una folla inferocita. “Persecution Watch”, un rapporto semestrale basato sui fatti compilati da DIGNITY First, invita le autorità a prevenire immediatamente le sezioni emarginate, a eliminare l’estremismo, a promuovere la tolleranza religiosa e ad adottare misure pratiche immediate per garantire la libertà e la sicurezza religiosa.
(di Shafique Khokhar AsiaNews24/07/2024)

E proprio dal PAKISTAN questa testimonianza di speranza

‘I miei primi passi in Pakistan e la gioia del Vangelo’
di p. Elbert Balbastro *

È una frontiera missionaria impegnativa e per molti versi faticosa il Pakistan per i cristiani. Ma è anche un luogo dove si incontra la gioia del Vangelo. È quanto racconta in questa testimonianza che riprendiamo dalla rivista dei missionari di San Colombano p. Elbert Balbastro, giovane missionario filippino ordinato nel 2022 e che nella provincia pachistana del Sindh sta vivendo i primissimi passi del suo ministero.

Come ogni altra vocazione o chiamata, la vita sacerdotale è piena di sfide, difficoltà e lotte. Tuttavia, tra le fatiche e le strade impervie del mio percorso missionario, mantengo sempre un incrollabile ottimismo. Al di là delle fatiche e delle durezze della vita, c’è una gioia profonda che si può trovare solo nel servire Dio. Con questa gioia ogni incontro diventa un modo appagante di vivere. La gioia può irradiarsi come un sorriso sul mio volto, accendendo il carburante e l’ispirazione necessari per servire nella vigna del Signore.
Dopo quattro mesi di corso di aggiornamento sulla lingua urdu in montagna, mi è stato chiesto di immergermi nella realtà delle parrocchie di Badin e Khipro, nella diocesi di Hyderabad, Provincia del Sindh, un’area servita dai missionari di San Colombano nella città di Karachi, per aiutarmi a discernere a quale parrocchia essere assegnato. Mi è stato chiesto di trascorrere una settimana in ognuna di queste tre parrocchie.
Il mio viaggio è iniziato nella parrocchia di Badin che si è rivelata un incontro significativo e gioioso. Incontrare la gente e ascoltare le loro storie di difficoltà e di perseveranza nonostante la povertà schiacciante è stata un’esperienza commovente. Abbiamo visitato la colonia di Sindhi Beel dove risiedono nostri fratelli e sorelle cristiani, privi di molte necessità. Vivono sulla terra dei proprietari terrieri in condizioni abitative molto povere. Le loro case sono fatte di legno, paglia e fango, vivono tutti ammassati in uno spazio molto stretto.
Arrivati in questa casa apparentemente remota, abbiamo incontrato alcuni bambini ormai pronti per la Prima Comunione. Dopo che la catechista ha dato istruzioni ai bambini, abbiamo pregato insieme e ci siamo salutati. Mentre ci preparavamo a partire, la donna della casa ci ha invitato a cena. Ci ha detto che avevano pescato molti pesci dal fiume e che avrebbero voluto condividerli con noi.
Sentendo il suo invito sincero, ho sentito una stretta al cuore. Nonostante la loro semplicità e povertà e il fatto che quello potesse essere l’unico pasto della giornata, soprattutto per i suoi figli, si è offerta volentieri di condividerlo con noi. È stato il primo volto della gioia che ho incontrato in missione. L’incontro con queste persone generose e autentiche che, pur avendo poco, condividono con tutto il cuore ciò che hanno, mi ha rivelato la gioia di servire il Signore.
La seconda tappa in cui la gioia mi attendeva era la parrocchia di Khipro, dove avevo prestato servizio per un anno durante la mia prima assegnazione missionaria come seminarista. Cinque anni dopo, al mio ritorno in Pakistan, ho ritrovato le persone che avevo servito. Rivisitare i villaggi e ritrovare le persone che conoscevo e con cui avevo lavorato mi ha fatto rivivere molti ricordi felici. Tuttavia, ciò che mi ha dato un senso di gioia più profondo è stato vedere le loro vite migliorare e rafforzate.
La parrocchia di Khipro è abitata dalla tribù dei Parkari Kholi, una comunità considerata una casta inferiore nella società. Con mia sorpresa, ho visto progressi significativi nelle loro vite. Alcuni dei miei ex studenti della scuola superiore di p. Cyprian sono diventati insegnanti, altri stanno studiando per diventare infermieri e alcuni sono entrati in seminario. Riflettere sul nostro cammino comune nel passato e osservare come hanno migliorato la loro vita nel presente ha portato una gioia immensa nel mio cuore.
È davvero evidente che lo Spirito Santo li sta guidando ad abbracciare la loro umanità e a preservare la loro dignità. Sebbene siano etichettati come persone di casta inferiore, stanno affermando i loro diritti al miglioramento di sé, dimostrando di essere membri preziosi per la società.
La mia ultima tappa è stata in una delle parrocchie di Karachi, dove p. Dan O’Connor e io abbiamo visitato una comunità conosciuta come Ghugir Patik. I cristiani di quest’area appartengono alla tribù dei Parkari Kholi, originari dell’interno del Sindh, che sono emigrati a Karachi per lavoro. Hanno affittato case in quell’area e la maggior parte lavora nelle fabbriche. Ogni sabato, p. Dan presiede una Messa Parkari per loro.
Ci siamo riuniti in una piccola casa per la Messa intorno alle otto di sera. Nonostante lo spazio angusto, il caldo e la moltitudine di zanzare, la stanza era calda grazie alla presenza delle persone. Sono state attente durante tutta la Messa, partecipando attivamente. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato il coro, che si è presentato ben preparato e dotato di una serie completa di strumenti per cantare.
Dopo la Messa, ho parlato con uno dei membri di questo coro. Mi ha detto: “Padre, sa che quasi non avevamo qualcuno che suonasse le tabla perché non ci aspettavamo di celebrare una Messa questo sabato? Tuttavia, siamo riusciti in qualche modo a trovare qualcuno che le suonasse perché offriamo tutto questo a Gesù, il nostro Dio”.
Ho pensato: “Wow! Che fede incredibile ha quest’uomo”. Mi sono reso conto che quanto aveva detto era così potente perché la comunità aveva messo in comune il suo cuore, offrendo la sua fede e la sua gratitudine a Dio. Il sorriso non solo sul mio volto, ma anche nel mio cuore era molto evidente in quel momento.
Riflettendo su questo episodio, ho definito quella fede come una “fede potenziata”, in cui la fede profonda e radicata delle persone le autorizza a trovare il modo di ricambiare la bontà di Dio offrendo le loro lodi e i loro talenti per la maggior gloria di Dio.
La gioia è un sentimento che a volte è difficile da trovare, provare o sperimentare. Eppure, credo fermamente che la gioia si trovi in ogni lotta, difficoltà e sfida. Anche se non ne siamo sempre consapevoli, ho scoperto che la gioia si trova facilmente se solo il nostro cuore è aperto a servire Dio.
Per me, la gioia si presenta in forme diverse in ogni incontro con le persone che servo e che incontro. Le mie esperienze in queste tre parrocchie mi hanno ricordato che la gioia del Vangelo può essere sperimentata nel cammino con le persone.
Potrò affrontare molte incertezze e dolori nella missione, ma so che la gioia, rivelatami da Dio, prevarrà immancabilmente. Il mio compito è semplicemente quello di aprirmi ad essa.

* missionario di San Colombano in Pakistan
(28/07/2024 Asia News)